Inizia la volata finale che chiuderà un campionato mozzafiato: mentre Milan e Juve si contendono lo scudetto, con i bianconeri ormai favoriti, la lotta per il terzo posto è a dir poco incerta. Le coincidenze si sono verificate tutte affinché si realizzasse il caso più curioso: le quattro concorrenti principali – Inter, Lazio, Napoli e Udinese – sono tutte appaiate a 55 punti. La Roma è 4 punti sotto – tanti quando mancano solo tre gare – e sembra meno convincente delle altre, ma ha un calendario molto agevole e potrebbe inserirsi in extremis nella bagarre. Nel turno infrasettimanale tutte e cinque le squadre coinvolte nella lotta avranno un turno abbordabile e il Napoli, che riceve in casa il Palermo, dovrà dare il massimo per non commettere passi falsi in un momento così decisivo.
COSA NON VA – Contro la Roma, gli Azzurri hanno mostrato le solite lacune: nel primo tempo si è rivista la squadra scarica e senza mordente delle tre sconfitte consecutive; nel secondo una squadra troppo sprecona, che soprattutto quest’anno ha spesso pagato la poca cattiveria sotto porta; in difesa si sono riviste le solite dormite che hanno concesso due gol quasi in fotocopia (e simili anche ai gol dell’andata e a molti altri subiti dal Napoli quest’anno). Anche Mazzarri ha convinto poco con i cambi: Cavani, lasciato in campo a oltranza contro Novara e Lecce (a risultato acquisito si poteva provare prima Vargas), contro la Roma è stato tolto e da quel momento i Giallorossi hanno avuto meno preoccupazioni e si sono sentiti liberi di riversarsi in avanti, mentre Lavezzi pasticciava per una condizione un po’ precaria.
COSA VA – Mentre le voci su Lavezzi sembrano costruite ad hoc per destabilizzare il giocatore e l’ambiente, il secondo tempo dell’Olimpico ha esibito un Cavani che sembra aver ritrovato gran parte della sua cattiveria, della sua fame e della sua buona vena. Anche Inler sembra tornato su livelli discreti, e Maggio, tolte le imprecisioni sotto porta, è il motorino di sempre. Per trenta minuti il Napoli è stato travolgente a Roma, e aggiustando solo un po’ la mira potrebbe essere letale contro chiunque, come ai bei tempi. Se Gargano è tornato a sbagliare qualcosa in fase di costruzione, Zuniga è riuscito finalmente a trovare concretezza nelle finalizzazioni e potrebbe prendere fiducia. Contro il Palermo servono le doti viste nella ripresa della trasferta romana, ed è probabile che Mazzarri tornerà a proporre il solito modulo, con l’unica incognita riguardante proprio il Pocho, che potrebbe rientrare fra i titolari, vista la squalifica di Dzemaili. Il ballottaggio sarà con Pandev. Ecco le probabili formazioni:
L’AVVERSARIO – Il Palermo di Mutti è più o meno lo stesso sconfitto nettamente all’andata: una squadra ordinata, con buona qualità, ma battibile e fragile soprattutto in difesa. Presa in velocità, la retroguardia rosanero arranca e se Lavezzi sarà in forma, la sua presenza potrebbe essere molto utile. Il centrocampo è il reparto più interessante del Palermo e per questo la presenza di Hamsik non dovrebbe essere in discussione, a sostegno del duo Gargano-Inler. Fra i palermitani mancherà anche Balzaretti, e per costituzione la squadra siciliana gioca poco sulle fasce, che sono proprio il punto debole del Napoli (Roma docet) in fase difensiva. Questo potrebbe rassicurare il Napoli, insieme alle scarse motivazioni degli avversari, che ormai hanno poco da chiedere al campionato.
La partita sarà nelle mani del Napoli: serve la vittoria, dunque servirà aggredire il campo, giocare senza fretta ma con determinazione, voglia e corsa, quelle viste nel secondo tempo a Roma e mancate del tutto nei primi 45 minuti, in cui gli Azzurri erano controfigure di se stessi, e di una squadra che vuole arrivare in Champions.
A cura di Lorenzo Licciardi
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