La settimana di interruzione forzata del campionato potrebbe essere tornata utile a Mazzarri e ai suoi per riordinare un po’ le idee dopo le tre sconfitte patite nelle ultime tre gare, ciascuna con tre gol incassati. In seguito all’eliminazione in Champions, il Napoli non ha più vinto in Serie A: mancano sei partite alla fine della stagione e il terzo posto appare ormai compromesso. Il rischio più scontato, a questo punto, è quello di una perdita di motivazioni, unita ad un declino atletico che sembra aver preso il sopravvento. La débâcle interna contro l’Atalanta ha persino creato un certo imbarazzo: se perdere a Torino con la Juve ci può stare, lasciar espugnare il San Paolo a una squadra di rango inferiore non offre scusanti. Sabato a Fuorigrotta l’ospite sarà il Novara, quasi rassegnato alla retrocessione: la partita contro i modesti piemontesi costringe il Napoli a tornare a vincere, e questa pressione psicologica è forse l’unico problema extra-tattico che Mazzarri deve risolvere.
LE ASSENZE – In verità, il tecnico azzurro dovrà anche fare i conti con due indisponibili di lusso: sarà privo, contemporaneamente, di Lavezzi (infortunato) e Pandev (squalificato): sicuro quindi il nuovo avanzamento di Hamsik nel suo ruolo naturale, ma dietro Cavani mancherà la fantasia e la velocità del “Pocho”. Al suo posto dovrebbe giocare Zuñiga per cercare di riprodurne l’imprevedibilità, utile a scomporre le linee difensive avversarie. In alternativa, pronto Dzemaili a subentrare a gara in corso. Per il resto, torna Christian Maggio sulla destra – forse per un caso, è stata la sua assenza a segnare tutte le sconfitte del Napoli, dal Chelsea in poi – e pure la difesa è di nuovo quella titolare. Il Novara non è da meno quanto a numero d’indisponibili: molto probabile che mancherà Radovanovic, in gol all’andata contro gli Azzurri, e oltre a lui Rigoni, Jeda e il portiere Ujkani. Regolarmente in campo, invece, l’ex Mascara. Queste le probabili formazioni:
IL TEMA TATTICO – Il Napoli, a dire il vero, come sostituto naturale di Lavezzi avrebbe anche Vargas, “gioiellino” finora mai apprezzato, che ancora non ha esordito dal primo minuto. Mazzarri ha dichiarato che non è ancora il momento di schierarlo (ma quando allora?), perché non è pronto. Inoltre, l’idea sposata dopo la sconfitta con l’Atalanta è quella di rimodellare un Napoli più compatto, per ovviare al problema attuale della stanchezza. Restano, in proposito, dei dubbi relativi alla tendenza del tecnico a scegliere le proprie soluzioni tattiche senza badare all’avversario: già per la partita saltata a Lecce, Mazzarri aveva espresso l’intenzione di difendersi con più uomini, contro una squadra sì piccola, ma obbligata a vincere e forte in attacco. Il Novara, al contrario, è una formazione di per sé molto chiusa, piuttosto sterile in avanti e propensa a difendersi anche con cinque uomini. Abbassare il baricentro di fronte a uno schieramento come quello dei piemontesi rischierebbe di inchiodare il match sullo 0-0, a meno di gol da calci da fermo o prodezze dei singoli. Optare per la prudenza, sperando in un 1-0 frutto di un episodio, servirà di certo ad evitare altre figuracce. Ma se esistono ragioni per temere anche il Novara al San Paolo, si potrebbe forse interpretare un simile atteggiamento come segnale di resa rispetto al resto della stagione in corso. Un finale di campionato al quale il Napoli sembra non avere più nulla da chiedere.
Lorenzo Licciardi
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