Non bastano gli attacchi degli avversari, adesso ci si mettono di mezzo anche quelli di alcuni tifosi. Sembra quasi che il grido “sosteniamo la squadra” sia stato dimenticato, eppure non era così fino a poche domeniche fa. Sembra quasi che quanto fatto di buono sia stato rimosso dalle coscienze, per lasciar spazio al solo risentimento per le recenti grigie prestazioni. Articolo in difesa degli azzurri? No altrimenti non avrebbe senso il titolo: ci preme però sottolineare alcuni aspetti, meramente tecnici, per correre in difesa di chi si trova ora sulla “forca”; ci preme limitare questa onda di allarmismo esasperante. Vogliamo insomma, evidenziare alcuni errori, per correggerli e per far scendere alcuni personaggi, dal banco degli imputati: Mazzarri, Inler e i difensori. Fa male leggere che un allenatore considerato da tutto il popolo azzurro come un “mago” appena 6 mesi fa, sia diventato ora un “allenatore mediocre, presuntuoso e prevedibile”; non si può passare nel giro di qualche mese da fenomeno a brocco; o si è l’uno o non si è l’altro. Come sempre occorrerebbe uniformità di giudizio, m purtroppo non tutti ricordano il detto, “in medio stat virtus”. Altro colpevole è il botto di mercato, il tanto celebrato ed osannato centrale svizzero, bollato come “pallida ombra di se stesso”; anche qui ci preme sottolineare come si palesi la necessità di un decoroso senso della misura; ci sta la critica del tifoso, ci sta quella giornalistica, ma non esiste montare un caso sull’effettivo valore del calciatore. Dulcis in fundo: la difesa. “Solo noi giochiamo con la difesa a 3”. È l’invettiva, l’apostrofe dantesca più scandita nel web – “difensori lenti, prevedibili e scarsi”. Ancora invochiamo uniformità di giudizio! Sono gli stessi difensori che lo scorso anno hanno portato il Napoli in alto; sono gli stessi interpreti che ci hanno regalato prestazioni esaltanti e che meritano le giuste considerazioni. È vero che in queste recenti partite, e non, sono state evidenziate molte lacune tecniche, ma è composta dagli stessi uomini che il popolo azzurro voleva nella nazionale di Prandelli; allora sono forti o no? Non vogliamo colpevoli, non cerchiamo risposte; cerchiamo però di spiegare quello che sta accadendo al Napoli in questo momento: vorremmo sottolineare che a questa squadra mancano due cose; la prima è la mancanza di uno scudo davanti la difesa, e la seconda è … semplice fortuna! Alla prima si può ovviare alla seconda un po’ meno. Lo scorso campionato c’era Pazienza, che assicurava più copertura e schermo ai tre centrali; questo campionato con la partenza del centrocampista e i conseguente arrivo di Gokhan Inler, è stato aggiunto più dinamismo al centrocampo e all’ impostazione di gioco, ma meno copertura del centrocampo; ecco che emergono le lacune difensive che lo scorso campionato erano solo attutite da una maggior copertura difensiva. Molti invocano il cambio di modulo e l’acquisto di difensori “più forti”. Il Napoli ha acquistato il difensore uruguayano Britos in questa sessione di mercato estiva; ma la “s”fortuna, vuole che si rompa il 22 agosto durante il trofeo Gamper; con lui sono arrivati gli argentini Fernandez e Fideleff poco utilizzati da Mazzarri; il primo perché ancora acerbo ed il secondo impreparato ad un campionato da vertice. Si è sperato nel recupero di Grava, ma a 37 anni è difficile rientrare in forma dopo un infortunio serio come la rottura del menisco. Ricorrere sempre ai soliti tre: Campagnaro, Cannavaro ed Aronica, non permette loro, di rifiatare il giusto e l’essere chiamati sempre in causa contribuisce a far emergere alcuni limiti personali. Servono difensori diversi, di maggior spessore tecnico per rimpolpare un settore che vede solo 4 calciatori impiegati con frequenza; a questo deve essere aggiunta la necessità di riscoprire in “casa nostra” quel piacere di rendere semplici le cose più difficili. Lo scorso anno il Napoli piaceva perché era imprevedibile; entusiasmava i tifosi e faceva ricredere anche i più scettici; oggi lo scenario è cambiato, si è chiesto troppo ad una squadra che lo scorso campionato è andata oltre le più rosee aspettative, e che nei recenti momenti di difficoltà non riesce ad esprimere il proprio potenziale. Nel calcio non esistono moduli ma interpreti, occorre essere camaleontici e in alcuni frangenti sapere cambiare atteggiamento tattico in corso d’opera. Questo manca al Napoli, la capacità di adattarsi a credi tattici differenti, magari trasformare una linea difensiva da tre a quattro, con l’inserimento di un centrocampista in più al posto di un difensore, ed il ripiegamento degli sterni come terzini di spinta. L’attacco gira a meraviglia: numeri alla mano, sta rispettando il ruolino dello scorso campionato, ciò che manca agli azzurri è una “difesa” che giustifichi le troppe amnesie paventate. Quale rimedio? Come correre ai ripari? Lavorando, continuando a lavorare, poiché l’unica cosa che non può essere contestato è lo spirito d’abnegazione dell’intero gruppo azzurro. Allora avanti Napoli! I tifosi sono al tuo fianco; il lavoro paga e l’importante è non perdere l’entusiasmo poiché senza quello non si va avanti; i periodi bui passano, ciò che conta è riaccendere subito la luce e mettersi in scia di un treno che rischia di non far più fermate… Buon viaggio Napoli.
Francesco Gambardella
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