Durante Napoli-Milan si è notata sugli spalti una “partita nella partita”; oltre agli storici motivi della rivalità tra la compagine biancoazzurra e quella rossonera, c’era al centro della contesa un altro argomento gestito a suon di “botte”, che hanno determinato 15000 euro di multa per il Napoli a causa delle sanzioni del giudice sportivo.
Esso è la tessera del tifoso, che a Milano è realtà ormai già dall’estate del 2008. I tifosi rossoneri hanno già accettato questo provvedimento, che da due stagioni regola l’acquisto di biglietti ed abbonamenti per l’accesso a San Siro. Ieri sera, i supporters milanisti avevano invece contro una tifoseria che si è schierata contro il provvedimento di Maroni, come si vede dagli striscioni di Curva A e Curva B: “Ci siamo ma non ci tesseriamo” e “Il nostro essere detesta le tessere”.
Le curve di Milan ed Inter (la società neroazzurra però si è messa all’opera un anno dopo rispetto ai cugini rossoneri) invece hanno rappresentato l’esempio, la palestra in cui si è formata la tessera del tifoso. Questo scontro sarà un’altra grana per il ministro Maroni e gli organi competenti, infatti, l’antagonismo tra queste due “scuole di pensiero” si ripeterà anche nelle gare contro Fiorentina, Juventus ed Inter. Inoltre per i napoletani che andranno in trasferta al Nord si temono aggressioni proprio da altri ultras, pronti ad approfittare della situazione per sfogare il loro odio contro la nostra città. Bisognerà vigilare insomma costantemente per evitare altre domeniche di violenza; ieri sera per impedire scontri tra le tifoserie a fine partita si è notato un massiccio dispiegamento di forze dell’ordine, che ha garantito l’uscita dei supporters rossoneri. Il precario stato del calcio italiano deve ancora affrontare la magmatica condizione delle tifoserie italiane, pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Ciro Troise
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