Il Milan regala al Napoli il primo tempo e decine di palloni persi, il Napoli ricambia cavallerescamente donando agli ospiti campo libero nella ripresa. El Sharaawy non si fa pregare, punisce la difesa azzurra e firma la rimonta, mentre i suoi provavano ad offrire il terzo gol al Napoli senza che ne approfittasse.
Come spesso è accaduto ultimamente, il Napoli si è trovato in vantaggio dopo pochi minuti. Stavolta il gol è arrivato ancor prima, dopo soli 4’ grazie a un gran tiro di Inler e alla prima gentilezza di Abbiati, ingannato dall’effetto a uscire che lo svizzero ha inventato con l’esterno sinistro. Di qui in poi, a lungo la partita non ha brillato per tecnica e bel gioco, complice un Milan cortissimo e disordinato, che affollava il centrocampo e imbruttiva le manovre proprie e degli avversari, e abbassava il livello del match con tantissimi errori di misura nei passaggi. Sullo 0-1 la squadra di Allegri non ha saputo ricomporsi, il Napoli ha fatto da padrone e ha gestito il possesso con tranquillità, forse troppa, senza dare l’impressione di voler davvero infierire: mentre Constant falliva appoggi nella sua trequarti di campo e Mexes sbandava in mezzo, gli azzurri fallivano negli ultimi metri, o talvolta tornavano indietro per ripartire persino da De Sanctis.
La prima frazione è andata avanti sorniona e su ritmi lenti, con gli azzurri prudenti oltremisura rispetto a quanto suggerisse la scarsa vena dell’avversario. Finché Insigne, sull’unico cross di Maggio, si è ricordato della buona disposizione d’animo di Abbiati e dei suoi colleghi di reparto e con un tiro non irresistibile, ma deviato da Acerbi, ha insaccato il 2-0 fra le gambe del portiere milanese. E poco più tardi è capitata anche la palla del 3-0 sui piedi di Lorenzo, che però, preso dal clima di altruismo, invece di tirare ha provato invano a servire Cavani, sciupando probabilmente la palla del match. E come la regola insegna, gol sbagliato gol subito: pregevole il tiro a giro di El Sharaawy, reso però possibile solo da una novità del giorno della difesa del Napoli, quella di dimenticare il pressing e lasciare liberi gli avversari di giocare il pallone appena fuori dall’area.
Così la ripresa, che avrebbe potuto cominciare sul 3-0 per i napoletani, inizia invece su un risultato di 2-1 apertissimo. Che avrebbe imposto massimo impegno a rinforzare il vantaggio, mentre il Napoli ha progressivamente ceduto il gioco agli ospiti, rinunciando a tenere palla e sperando troppo nel contropiede. Ripartenze che le loro chance le hanno pure concesse, ma anche in questo caso gli errori sono stati il tema predominante. Zuniga, che doveva essere la chiave del modulo flessibile del Napoli, è stato pasticcione e confusionario. Maggio resta incapace di uscire dal suo personale declino, e anche Dzemaili è stato opaco e impreciso. Sorpresa del giorno, persino Hamsik ha sbagliato tantissimo. Dal 21’, Mazzarri ha contribuito a rintanare il suo undici dietro la linea del pallone con l’ingresso di Mesto al posto di Insigne: il cambio, in verità, ha finito pure per confondere ulteriormente la disposizione tattica del Napoli, che ha perso ulteriormente la bussola. Di qui il Milan ha preso ulteriore campo e creato gioco, migliorando anche in qualità: fino a quando l’unico della serata a non sbagliare nulla, El Sharaawy, ha firmato il pari e la doppietta personale, approfittando di una prateria concessa dalla difesa azzurra con i convenevoli tipici della serata.
Il 2-2 va stretto non tanto per quanto visto in campo, bensì per la tendenza del Napoli, ormai acquisita, a non saper offrire prestazioni costanti e omogenee. È preoccupante l’intermittenza, atletica (nella corsa) ma soprattutto psicologica (nell’atteggiamento) che ha caratterizzato gli azzurri negli ultimi tempi: incapaci di chiudere le gare quando in vantaggio, o costretti a rimonte disperate per black-out nelle fasi iniziali. Non mancano le qualità, ma è proprio per questo – e per la maturità che sembrava e che doveva essere ormai raggiunta – che ci si potrebbe aspettare di più.
A cura di Lorenzo Licciardi
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