E’ passata la nottata, quella più dolorosa, la nottata del sogno infranto. Anche se sarebbe più corretto parlare di un sogno vissuto a metà.
Il Napoli è stato eliminato dalla Champions League dall’orgoglio di un Chelsea che, checchè se ne pensi, è ancora ricco di Campioni. Sul piano del gioco e per quanto creato la squadra di Mazzarri avrebbe meritato di passare il turno; se non vi è riuscito è per propri demeriti, e questo accresce i rimpianti.
L’errore più grave commesso dal Napoli, al di là delle considerazioni tattiche, è stato però quello di farsi privare del suo vantaggio più grande, quello che gli spettava di diritto: la consapevolezza di non avere niente da perdere.
Nei giorni scorsi i media, italiani ed inglesi, hanno calcato la mano sulla qualificazione a portata di mano per gli azzurri e sulle difficoltà del “collettivo autogestito” di Di Matteo, ribaltando virtualmente i rapporti di forza e mettendo pressione sui calciatori del Napoli. Pressione che alla fine si è dimostrata fatale. E’ in questo che è mancata l’esperienza.
Sul piano strettamente tattico la gara si era messa bene, con un Napoli padrone del campo ed il Chelsea senza idee, se non quella di lanciare Drogba. Proprio un bel goal dell’ivoriano e l’infortunio di Maggio hanno cambiato la partita. Il Napoli ha arretrato troppo la manovra e non ha saputo più sfruttare la profondità garantita nella prima mezz’ora dagli attaccanti e dagl’inserimenti dello stesso Maggio. Zuniga spostato in quella che era la su fascia di competenza ha smarrito la propria pericolosità e l’ingresso di Dossena ha portato in dote solo tanta corsa e qualche cross. Una volta rimessa in piedi la gara con la rete di Inler e sfiorata la definitiva qualificazione con Zuniga, il Napoli ha allentato la presa e sofferto oltremodo la fisicità dei blues e l’inadeguatezza tecnica di alcuni propri elementi che, nonostante l’impegno, hanno dmostrato una volta in più di non reggere palcoscenici di primissimo livello europeo.
Senza voler scadere nella retorica de “è stato comunque un successo”, credo che il Napoli debba considerare la serata di Londra come una tappa fondamentale per il suo futuro prossimo. Adesso alla società tocca il compito di fare scelte radicali in tema di mercato, acquistando calciatori che rimpiazzino i difensori titolari attuali e che diano maggiore qualità e possibilità di variare modulo in mezzo al campo. Per alcuni calciatori è giunto il momento di cedere il passo.
Uniformare il livello della rosa ed adeguarlo agli obiettivi sempre più ambiziosi che la società si pone non sarà semplice. Trattenere i propri calciatori migliori alla luce delle prossime rifondazioni di squadre blasonate come Inter, Chelsea e Liverpool e del basso tetto salariale vigente a Napoli sarà arduo e la cartina di tornasole dei reali obiettivi di De Laurentis.
Obiettivi e strategie che passano inevitabilmente dalla conclusione di questa stagione. La sconfitta con il Chelsea non deve vanificare quanto di buono è stato fatto in campionato nell’ultimo mese. Le cinque vittorie consecutive hanno riportato il Napoli a ridosso del terzo posto e con la possibilità di giocarsi la volata Champions ad armi pari con Udinese e Lazio. Il calendario non è però amico degli azzurri; nelle prossime tre settimane affronterà proprio Udinese, Lazio e Juventus in trasferta e sarà inoltre impegnato nella semifinale di ritorno di Coppa Italia con il Siena. Recuperare le forze e la tensione agonistica necessaria non sarà semplice ma Mazzarri fin’ora si è sempre dimostrato capace di ridare stimoli ai propri calciatori dopo brucianti sconfitte. C’è da essere fiduciosi.
Il Napoli riparte da Londra per approdare nuovamente in Europa. un’Europa lasciata con l’applauso convinto dei suoi tifosi e la consapevolezza di poterci tornare presto.
Il calendario del Napoli:
18 marzo Udinese-Napoli
21 marzo Napoli-Siena (semifinale di ritorno di Coppa Italia)
25 marzo Napoli-Catania
1 aprile Juventus-Napoli
7 aprile Lazio-Napoli
A cura di Pompilio Salerno
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