Attraverso il proprio sito ufficiale L’Ultimo Uomo, portale che analizza spesso curiosità e statistiche riguardanti le manifestazioni sportive, ha pubblicato la lista con i 5 calciatori che più hanno sorpreso negli ultimi Mondiali in Russia. Tra i cinque c’è anche l’obiettivo azzurro Youssouf Sabaly. Ecco la sua scheda:
In un Mondiale povero di terzini sinistri protagonisti è paradossale che le cose più entusiasmanti a sinistra le abbiamo viste fare da chi gioca normalmente a destra, cioè Youssouf Sabaly. Forse proprio il fatto di essere destro naturale lo ha aiutato a gestire meglio la manovra della squadra. Fuori dalla sua comfort zone, Sabaly è stato costretto a prendere decisioni proattive: ha mostrato l’utilità della conduzione nei corridoi centrali in un Mondiale di terzini vecchio stampo; la capacità di farsi regista in vari punti del campo, potendo ricevere aperto e con la possibilità di muovere il pallone su un angolo maggiore. La tecnica di base ha fatto il resto, con opzioni a disposizione che vanno dal dribbling al tocco di prima. Nei primi minuti della partita d’esordio contro la Polonia supera il marcatore con un controllo orientato, corre entrando nello spazio di mezzo e fa partire un filtrante spezza linee di pressione per la punta. Un’azione manifesto del suo stile di gioco. Purtroppo lo abbiamo visto per solo tre partite, ma che hanno suggerito un repertorio ampissimo.
In un Mondiale in cui si è giocato soprattutto per non sbagliare, dove anche i singoli hanno evitato di prendere rischi, Sabaly si è mostrato sempre pronto ad assumersi delle responsabilità, con la palla e senza.
Sabaly è cresciuto praticando judo e basket, due sport che lo hanno aiutato ad aumentare il controllo del proprio corpo e che ha continuato a praticare fin quando il calcio non gli ha chiesto l’esclusività. Un atleta di medio-bassa statura ma dalla muscolatura esplosiva come lui è perfetto per correre la fascia, ma al Mondiale abbiamo visto un gioco tridimensionale. Ha fatto vedere un approccio al ruolo inedito perché fatto di tecnica e letture, pur difendendo sempre aggressivo (se n’è accorto Cuadrado nell’ultima partita dove ad ogni stop aveva Sabaly a mettergli il corpo per cercare il pallone o il contatto).
Sabaly è nato in Francia e fa parte della generazione vincente al mondiale U-20 del 2013 con Pogba, Veretout, Kondogbia, Thauvin e Areola. Aveva fatto parte di tutte le squadre giovanili francesi dall’U-17 in poi, ma dopo il Mondiale U-20 non è riuscito a trovare spazio con l’U-21. Lui che è cresciuto nelle giovanili del PSG, con cui ha fatto tutto il percorso dai 10 anni in su e con cui però non ha mai esordito, dovendo andare via per diventare professionista.
I prestiti all’Evian prima e al Nantes poi non hanno convinto abbastanza il PSG, che ha finito per accettare di lasciarlo andare in prestito al Bordeaux, che a fine anno ha pagato per averlo definitivamente. Aliou Cissé lo ha convinto a giocare per il Senegal per gli spareggi del Mondiale nel novembre del 2017, portandolo quindi ad esordire con una Nazionale solo a 24 anni. Forse un altro dato che fa capire la profondità della miniera del talento francese: anche il terzino sinistro più interessante del Mondiale poteva giocare per loro.
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