E il genio? Beh una giornata di pausa, con un occhio alla Riviera dei Ciclopi e un altro all’Etna, ci può stare. O meglio: non dovrebbe, considerando che proprio nelle situazioni come quella di Catania toccherebbe a quelli come lui, leader e fuoriclasse, trascinare la squadra in difficoltà fuori dal pantano, però può capitare. Sì, a Goran Pandev, il genio in questione, è accaduto proprio questo: pausa lunga una partita e genio intrappolato. Con tanto di pubblica difesa di Mazzarri. Anzi, pubblica e corretta valutazione: «Ha fatto il fenomeno per tutta l’estate e non è che se sbaglia un tempo lo sostituisco».Mazzarri dopo Catania lo ha difeso per la prova sotto tono, l’attaccante ora pregusta il riscatto. Sacrosanto. E allora, risposta immediata. Domani, con la Lazio. Occasione migliore non poteva capitare.
AMICI E NEMICI – Sì, è ovvio che ogni sfida con la Lazio di Lotito, l’uomo che per Pandev è stato un presidente e poi un nemico, avrà sempre un sapore speciale. Sempre e comunque, considerando quanto accadde tra l’estate e l’inverno 2009, un contenzioso passato attraverso l’esclusione dalla rosa e poi la rescissione contrattuale ottenuta grazie al parere favorevole del Collegio arbitrale della Lega. Poi l’Inter, il Triplete con Mourinho e infine, cioè dopo la prima stagione del dopo Mou, il Napoli. Con l’incoronazione e la ferma convinzione di Mazzarri che, l’addio di Lavezzi, non avrebbe inciso quanto la presenza di Pandev. Lo scettro azzurro è suo.
CHE STIMOLI – Sarà dunque una partita speciale per tanti motivi, quella in programma domani al San Paolo. E, conoscendo un po’ le reazioni di Goran e la capacità di trovare gli stimoli nelle sfide personali, la Lazio va considerata avvisata. Tra l’altro, nella stagione precedente gli capitò già di fare gol, all’Olimpico, nella partita di ritorno terminata però con una sconfitta. L’aveva pregustato e lo fece. Chissà cosa starà pensando in queste ore, viene da chiedersi, dopo il pareggio di Catania, la prestazione incolore e l’imminente arrivo della squadra di Lotito. Non di Petkovic e magari Klose: di Lotito.
GIOIE E DOLORI – Una parentesi troppo importante, per lui, quella romana tinta di bianco e celeste: dal 2004 al 2009, con 64 gol nel carnet e il settimo posto nella classifica dei giocatori più prolifici della storia laziale insieme con Garlaschelli. E risalgono al periodo-Lazio anche i primi trofei di una carriera eccezionale: Coppa Italia 2008-2009, la prima di quattro consecutive e vinta proprio contro la Samp di Mazzarri, con tanto di titolo di capocannoniere del torneo con 6 reti, e la Supercoppa Italiana dell’esordio a Pechino, conquistata però da tesserato ma spettatore a casa (era già fuori rosa). Gioie e dolori. Che, come nelle storie d’amore belle e tormentate, pesano spesso più dei ricordi felici.
FACCIA A FACCIA – Sarà pesata anche la chiacchierata andata in scena ieri al centro sportivo di Castelvolturno con Mazzarri. Un faccia a faccia di routine, sia chiaro, nulla di trascendentale, ma di certo imperniato sul pareggio di Catania: il Napoli non può essere grande senza Pandev. Lo sa il tecnico, lo sa il genio macedone. Lo capirà la Lazio. C’è da scommetterci.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.