Altroché: la febbre sale e fa niente se il secondo posto è ormai distante e c’è ben poco da sognare (in grande). Ma Napoli-Lazio ha un suo fascino, ha comunque un suo perché, ha un suo richiamo e poi è una spruzzata di nostalgia: c’è il ritorno di Reja, un viaggio nel passato da vivere rievocando, e un’eco che stordisce. Altroché fuffa: questa è una partita che spinge verso il san Paolo, che ha (quasi) riempito le curve, che viaggia verso previsioni incoraggianti o quarantamila o su di lì – e comunque è la testimonianza d’un vivere comune, d’una empatia che resiste, anche se l’1-0 di Parma ha fatto male.
TENTAZIONE – E’ un mese durissimo, perché aspettare l’«appuntamento» richiede pazienza: però, per ingannare l’attesa sino al 3 maggio, c’è ormai una sola partita ed è Napoli-Lazio. Poi verrà la trasferta di Udine, poi ci sarà da sfidare l’Inter e tra tre settimane sarà l’Evento, l’Olimpico di Roma, la finale di Coppa Italia: ma prima, Fuorigrotta sarà soltanto domenica, nell’ormai unico pomeriggio che sa di «normalità» o anche di «antichità», e si potranno portare i figli. C’è richiesta per i settori popolari (che costano dodici euro), ma vanno anche i distinti (venticinque) e la Family (dieci euro): e dunque, chi sa, chi ha naso, chi ha fiuto, chi annusa l’aria e sa intuire dove conduca il vento, anticipa che si arriverà a quarantamila, che si potrebbe persino abbattere un muro (teoricamente) inavvicinabile.
LA VOGLIA MATTA – Ma il mondo virtuale poi diviene reale quando si sfoglia il calendario e ci si intrufola in Fiorentina-Napoli, a questo punto la Sfida, il match che vale l’orgoglio, il prestigio e probabilmente la gloria d’una stagione: è coppa Italia, mica un inutile dettaglio; è un trofeo che provare ad afferrare tutti assieme, appassionatamente, e per questo che la prevendita è schizzata su numeri pazzeschi e che la prelazione degli abbonati ne ha trascinati di slancio diecimila già all’Olimpico.
IL MILIONE – E allora, i conti s’aggiornano e nel consuntivo entrano altri due elementi (aspettando poi il Cagliari ed il Verona che chiuderanno): un milione di spettatori è entrato al san Paolo, in otto mesi altalenanti, vittorie ridondanti e qualche amarezza ch’è stata rimossa; ma ora che c’è Napoli-Lazio e che pareva – tutto sommato – una domenica per i rimpianti, il ramoscello d’ulivo (simbolico) testimonia il clima d’una città che, pur restando esigente, preferisce non staccare, andare a godersi quel che resta del football del 2013-2014, restando incollata a se stessa e poi puntando dritto verso l’Olimpico. Perché i diecimila che si sono prenotati per Fiorentina-Napoli e che cercano alberghi per la notte del 3 maggio, lo confermano: tutte le strade portano indiscutibilmente a Roma. Altroché.
Fonte: Corriere dello Sport
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