L’idea: nasce così, all’istante; o anche riflettendo sull’universo-calcio; o magari riguardandosi dentro, rileggendosi per bene, andando a scorgere in se stessi, nei propri sogni (proibiti ma sino a un certo punto), nelle opzioni del recentissimo passato, nelle esigenze del Napoli. L’idea deve aver fascino, sedurre, scuotere la coscienza (tattica, tecnica) ed essere innanzitutto fedele al proprio principio: e quando in quest’estate già avvincente ma non ancora bollente è (ri)spuntato Erik Lamela (22), s’è accesa la lampadina e s’è illuminato d’immenso l’orizzonte del Napoli.
OPS, CHE VOGLIA. L’idea è racchiusa lì, in quel geniale scugnizzo tutto finte, dribbling ed accelerazioni secche; l’idea è in quel talento smisurato, spesso a dismisura d’uomo, che però il clima di Londra (sponda Tottenham) ha vagamente ingrigito e certo non dilatato; l’ideà è ancora, di nuovo, sempre Erik Lamela, che un anno fa scosse il Napoli e lo portò ad osare direttamente con la Roma e che sei mesi fa sprigionò in Riccardo Bigon la voglia matta di avanzare con cautela verso il procuratore per avvisarlo che loro erano pronti: «Se pensate di fargli cambiare aria, avvisateci» .
OCCHIO. Lamela è, a modo suo, un bel modo di fare calcio: è – sarebbe – il quarto esterno per una batteria di funamboli che già prevede Callejon, Mertens e Insigne; è – sarebbe – perfettamente aderente alla filosofia societaria; è – con certezza – d’assoluto gradimento di De Laurentiis, di Benitez e di Bigon, ammirati da così tanta bellezza e per nulla avviliti da un anno oggettivamente vissuto nella penobra londinese. Lamela è il profilo elevatissimo che risponde ai requisiti per continuare ad essere il Napoli, per ringiovanirsi, per rinnovarsi, per dare un senso compiuto alla propria diversità: guai immaginare interventi imminenti, però al mercato le idee pesano, hanno un valore persino assoluto, perché in un niente si possono trasformare in trattative.
LET’S GO. L’idea per il momento è capire cosa voglia fare il Tottenham di quel gioiellino che appena dodici mesi ha è stato pagato trenta milioni di euro; l’idea è sondare con cautela, però mostrandosi disponibili ad un’apertura di dialogo; l’idea è verificare se con Pochettino – argentino pure lui – quel diavoletto dietro alle cui movenze ci si può perdere sia realmente distante dagli «spurs» o abbia almeno un’altra chanche.
NO PIPITA. E poi ci sono le idee altrui, che talvolta possono diventare «strane», che certo costituiscono eco e comunque alimentano interesse (forse ansia): dalla Spagna, fonte Mundo Deportivo, svelano che al Barcellona abbiano in testa ai propri pensieri Gonzalo Higuain, il centravanti vecchio-nuovo stampo utile per esaltare ulteriormente un attacco di suo già atomico, improvvisamente divenuto il «concorrente» di Aguero, da un po’ l’obiettivo principale. Il mercato ha regole antiche e dietro uno spiffero si nasconde sempre (almeno) un brandello di verità: Higuain è il centravanti della Nazionale argentina, è sudamericano che in Spagna ha messo radici calcistiche a Madrid, è reduce da ventiquattro reti con la maglia del Napoli nella sua prima annata «italiana». E poi è anche mister quaranta milioni di euro, il colpo (in assoluto) più costoso della storia di un club che appena nel luglio scorso ha rilanciato – e in che modo – il suo appeal, andando a spendere in casa Real una autentica fortuna. L’idea del Napoli è affiancare a Callejon, a Insigne, a Mertens e ad Hamsik Erik Lamela e di far togliere le mani (a chiunque) dalla semplice ipotesi Higuain. Altrimenti che idee sarebbero.
Fonte: Corriere dello Sport
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