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Napoli, è la tua grande occasione. Puoi confermarti tra le grandi d’Europa

L'atteggiamento e la mentalità sono i banchi di prova della sfida dell'Emirates

Ripresa la corsa in campionato con la bella vittoria di Genova, il Napoli è chiamato alla difficile trasferta londinese in casa dell’Arsenal. Confermarsi competitivi ad alti livelli in Europa è il prossimo step nel processo di crescita della società di De Laurentiis. La gara in casa dei Gunners è già un test importante per capire a che punto è tale processo.

Gl’inglesi sono in forma eccellente, giocano a memoria, sono primi in Premier e hanno impreziosito il giocattolo di Wenger con l’acquisto di Mesut Özil, tra i trequartisti più talentuosi d’Europa.

MENTALITÀ E ATTEGGIAMENTO – Archiviare la vittoria col Borussia senza perdere la fiducia che questa ha infuso nei suoi uomini, questo il compito di Rafa Benitez. Il tecnico spagnolo torna in Inghilterra per affrontare un top club e un allenatore, Arsène Wenger, che stima e a cui assomiglia per molti aspetti. Uomini garbati ma col piglio dei grandi allenatori; amanti del calcio propositivo, sempre pronti a riconoscere e valorizzare il talento, senza dar troppo peso alla carta d’identità.

Il manager francese è alla guida dell’Arsenal da 17anni e ha avuto tutto il tempo di plasmare negli anni la squadra sulle sue idee tattiche, Benitez è all’inizio della sua esperienza napoletana ma ha già mosso passi da gigante in tal senso. Uscire dall’Emirates Stadium con un risultato positivo sarebbe fondamentale per il girone, per poi provare a cercare la difficile qualificazione nel doppio impegno con l’Olympique Marsiglia.

Quello che però conta ancor più di un risultato positivo è l’atteggiamento con il quale scenderà in campo il Napoli. Le prestazioni della squadra di Benitez hanno garantito quel rispetto internazionale che farà sì che tutte le rivali, anche i top club, sfideranno il Napoli con il massimo impegno.

Per mantenere questo status e, soprattutto, per provare a cogliere risultati positivi  contro avversarie di valore, occorre che il Napoli giochi con un atteggiamento accorto ma propositivo, chiudendo gli spazi sulla trequarti ma non rinunciando mai ad impostare la fase offensiva, senza lasciare la manovra per troppo tempo ai Gunners. La mentalità vincente si costruisce provando a vincere sempre, ma con oculatezza, anche a costo di perdere. Affidarsi unicamente alle ripartenze non paga spesso con le grosse squadre e richiede sempre una condizione atletica ottimale. Forma che, in ogni caso, adesso manca al Napoli.

L’ANALISI TATTICA – Il Napoli arriva alla seconda partita di Champions con il morale alto ma col fiato un po’ corto. L’autorevole vittoria col Genoa non basta a nascondere i primi affaticamenti degli uomini di Benitez, nonostante la coerente e scientifica applicazione del turn over da parte dell’allenatore spagnolo.

Piccoli campanelli d’allarme che erano suonati già nel secondo tempo della gara con il Milan, con l’arretramento della squadra e la possibilità lasciata ai rossoneri di portare molti uomini al limite dell’aria. Una situazione pericolosa quando giochi con squadre di talento e con ottimi tiratori; assolutamente da evitare stasera. Campanelli che sono diventati sirene nella pessima gara col Sassuolo, durante la quale è emerso un atteggiamento un po’ lezioso della squadra che, complice l’iniziale vantaggio, ha creduto di portare a casa facilmente la vittoria. Se, a differenza di tutte le precedenti occasioni, ciò non è avvenuto è per l’atteggiamento molle ma non solo.

Ci sono ragioni più tecniche. Il cambio contemporaneo di molti uomini, oltre a dare la sensazione ai subentrati di essere calciatori di secondo piano, rompe quegli automatismi che col tempo diventano l’impronta di gioco di ogni squadra. I movimenti di Insigne e Zuniga sulla sinistra, le sovrapposizioni sulla catena di destra tra maggio e Callejon. Più prudente sarebbe limitare i cambi a tre calciatori per volta.

Due le assenze che hanno pesato di più, quella di Albiol e quella di Behrami. Il centrale spagnolo sta mostrando tutte le sue qualità e la sua statura internazionale, dando sicurezza al reparto e favorendo la crescita di Britos. Fernandez non sembra trovare la serenità per esprimere le sue qualità e Cannavaro mostra sempre grande impegno ma anche la sua difficoltà nel tenere attaccanti forti fisicamente (suo l’errore sul goal di Zaza, nda).

Ma a creare le premesse di ogni pericolo dalle parti di Reina è stata di certo la mancanza di filtro a centrocampo. Behrami è fondamentale nelLA fase di rottura e si completa al meglio con il ritrovato Inler. Dzemaili non ha le capacità di interditore, né quelle di regista; è impensabile utilizzarlo in posizione centrale nell’attuale schieramento di Benitez. Le caratteristiche dello svizzero si esprimono al meglio da interno di centrocampo in un eventuale schieramento a tre o come trequartista atipico, sfruttando i suoi tempi d’inserimento e il gran tiro.

LA PARTITA DELLE ASSENZE – Nelle formazioni che scenderanno in campo ci saranno importanti assenze, da una parte e dall’altra. L’Arsenal non potrà schierare Walcott, Cazorla, Podolski e Chamberlain ma recupererà Rosicky. in mezzo al campo giocheranno Flamini e Wilshere. Dietro all’unica punta Giroud, agiranno Ramsey, Özil e il ceco.

Nel Napoli, assente sicuro Maggio, potrebbero mancare anche Higuaín e Albiol. Per il difensore spagnolo c’è ottimismo, in preallarme Cannavaro. L’attaccante argentino, invece, sembra destinato alla panchina, al suo posto dovrebbe giocare Pandev, che però ha dimostrato di muoversi meglio nella posizione di Hamsik.

Per sostituire il terzino della nazionale sono due le soluzione studiate da Benitez. Schierare nuovamente Mesto oppure, è la suggestione di queste ore, schierare a sinistra Armero portando Zuniga a destra, alzando di molto la spinta offensiva sulle fasce.

CAPOLAVORO ZUNIGA – Scrivo da mesi che perdere l’esterno colombiano sarebbe stato un errore; che perderlo a parametro zero e rinforzare una diretta concorrente per lo scudetto (Juve o Inter) sarebbe stato un reale disastro.

Il Napoli dimostra di migliorare sempre di più anche nella gestione di casi complicati come quello di Zuniga. Lo scorso anno si scelse di perdere Campagnaro a parametro zero, una scelta controversa ma che può rientrare nei piani della società. L’argentino ha 33 anni e bisognava poi comprendere in che modo poteva essere utilizzato da Benitez; il vero errore è stato quello di non comprare un difensore di passo rapido ma non tornerò sull’argomento.

Zuniga ha sei anni in meno, molto mercato ed è tra i pochissimi esterni sinistri, in Italia e in Europa, capace di fare le due fasi di gioco con la stessa qualità. Merito di Mazzarri che l’ha trasformato da terzino destro tutte finte e amnesie, in un esterno di livello europeo.

Il rinnovo quinquennale con ingaggio portato a 3,5 milioni di euro più bonus è in linea con il valore del giocatore e elimina molte pretendenti al calciatore (pochi club possono pagare un ingaggio tanto alto, nda). Il vero successo è però l’inserimento della clausola rescissoria di 35 milioni di euro, se saranno confermate le indiscrezioni delle ultime ore. Perché c’è da fare chiarezza. L’ingaggio che il Napoli avrebbe assicurato a Zuniga trova le sue ragioni nell’interesse del Barcellona (la Juve era ferma a 2,5 milioni, nda). I catalani non hanno mollato la presa ma la mossa di De Laurentiis cautela la società che, in caso di cessione del calciatore, si troverebbe a disposizione un grosso capitale da reinvestire in un sostituto (proprio il blaugrana Montoya a giugno sarà libero a parametro zero, nda).

Il Napoli studia da grande. In attesa dell’esame di stasera, mostra d’aver svolto alla perfezione i compiti per casa…

 

Pompilio Salerno

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