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Napoli, la festa degli azzurri

Gli azzurri festeggiano per il traguardo raggiunto e Cannavaro è tra i più scatenati

Mancavano i due più attesi, Edinson Cavani e Walter Mazzarri, ma lo spettacolo è andato avanti vibrante, intenso e coinvolgente fino a quando anche la luna è sparita in mezzo al mare. Champagne, signori, si fa festa: tutti a bere dalla coppa della Champions. Brindisi e canzoni, baci, abbracci e “chi non salta è juventino”. Gioia a fiumi, il bagno dei vincitori con le magnum – modello Alonso e Schumacher – e poi il grande urlo, la liberazione finale a chiusura dell’inno suonato due volte: “The Champioooooons”. Le voci: non i sessantamila del San Paolo, bensì il Napoli, la squadra al completo o quasi. Cantano e ridono capitan Cannavaro, Grava e De Sanctis; Hamsik e Insigne; Pandev e Frustalupi. Sì, Mazzarri è partito per Empoli subito dopo la partita con il Siena e, come in conferenza stampa, è stato il suo vice a rappresentarlo anche alla festa azzurra. 

GLI ASSENTI – E allora, no Edi né Walter ma party lo stesso: domenica sera al Nabilah di Bacoli, elegante beach club di giorno nonché stupendo discobar al tramonto e di notte. Cornice naturale da Champions, per la festa di fine anno dei giocatori del Napoli: stelle e mare, piscina e spiaggia incastonata in una baia incantevole. Al resto hanno pensato gli organizzatori della serata, i pierre napoletani Roberto Biscardi e Mirco Martucci: nulla al caso, dalla security al finger food, dallo champagne allo spritz e gli analcolici. Passerella doc: tutti presenti, eccezion fatta per Campagnaro e Britos, il Matador e Mazzarri. Mera cronaca e niente retorica in merito, sia chiaro. 

LE PIZZE – Una festa Champions con i fiocchi, comunque, con tanto di delirio (assolutamente innocuo) di tutti gli altri frequentatori del night di Luca Iannuzzi: al Napoli è stata riservata un’intera ala del club, chiusa e protetta per ovvi motivi, ma la gente è ovviamente impazzita di gioia e di fatica, nel tentativo di strappare una foto, un autografo o quantomeno un sorriso dall’altra parte del vetro. Campioni in vetrina, sì, ma anche giovani felici e contenti del traguardo inseguito e tagliato dopo un campionato a dir poco esaltante. Che fatica, sì. Urge una pizza, non bastano i vassoi di finger food: 30, quelle doc recapitate a metà serata tra un ballo e tanti salti. 

BAGNI DI BOLLICINE – Immancabile il motivetto: “Chi non salta è juventino”. Come l’inno della Champions, suonato due volte dal dj e applaudito e accompagnato da tutto il popolo del Nabilah, e anche i bagni di champagne: magnum agitate a dovere e Pandev, zuppo, la prima vittima. Poi, via via è toccato agli altri: nessuno escluso, tutti benedetti dalle bollicine e dalla felicità del ritrovato prestigio dell’Europa più ambita. Si gioca, si scherza, si ride. Si fa festa. Meritata. 

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

 

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