Perché se gli vengono i cinque minuti… Gli occhi che sprigionano rabbia e il volto ch’è una maschera: l’ira funesta è altrove, nelle espressioni stanche e rassegnate della panca, nel tic-tac d’un orologio che sa di condanna, nella malinconia d’una folla esterrefatta; e allora, mentre il gioco si fa duro, il Matador si mette a giocare con il destino, lo rigira tra le mani come un pallone avvelenato, lo sistema al limite area, lo blandisce, lo carezza e poi lo doma.
Perché quando gli partono i cinque minuti, a Udine, l’unica soluzione d’un uomo che non conosce le crisi di nervi è in quell’indomabile carattere da guerriero con la «macchia» d’un rigore sprecato e però senza paura, un geniaccio incontenibile che lucida il proprio talento e va al di là di ogni ragionevole previsione.
CINQUANTANOVE – Quando a Cavani vengono i cinque minuti, la realtà riesce a sommergere la fantasia, trascinandola con dolcezza su quella parabola tenerissima che sorvola la barriera e (ri)schiude, così d’incanto, gli orizzonti che qualche istante prima appaiono irrimediabilmente tappati: una colpo di magìa che incanta e seduce, la scarica d’adrenalina che invita a rialzarsi e a camminare – ops , a correre – verso la Champions, incurante della selva di gambe che stanno intorno, di quel muro umano che s’oppone, di un portiere terrificante che fa da diga per salvare ciò che ormai non è più salvabili, perché ormai son saltati gli argini ed è già parità. L’uno-due che risistema i conti con il buon umore napoletano è in quel cuore che si lancia oltre gli ostacoli della diffidenza e della resa: un colpo secco e via, per riconquistare l’Europa dei vip, quello scintillante universo abitato dalle stelle e riafferrato per i capelli, con la cinquantanovesima rete in un anno e mezzo: «Noi vogliamo ottenere tutto quello che possiamo: il terzo posto è alla nostra portata; ma prima c’è la finale di Coppa Italia da guadagnare. E comunque il pareggio di Udine fa morale e fa classifica, per come si erano messe le cose è un punto guadagnato». Domani c’è il Siena: e fa niente se per ora la caviglia destra cigola un po’. C’è ancora tempo per fugare i dubbi.
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