A Peppe Sannino, l’allenatore con accento torinese nato ad Ottaviano, sono bastate le riserve del Siena (tra i pali addirittura il terzo portiere Farelli) per battere il Napoli nella prima semifinale di coppa Italia. Gli azzurri sono apparsi sulla scena soltanto nell’ultimo quarto d’ora con una clamorosa serie di palle gol: salvataggio di Belmonte sulla linea dopo il colpo di testa di Cavani, i due pali di Campagnaro e soprattutto la rete, realizzata in extremis, in quella benedetta «zona Mazzarri» che ha consentito alla squadra di arrivare ai vertici nelle precedenti stagioni. Ha fatto tutto il Siena ieri sera al Franchi perché il gol del Napoli è stato un autogol di Pesoli, entrato in scivolata sul tiro-cross di Lavezzi. Gli azzurri, per loro fortuna, hanno trovato nel finale di una brutta partita le energie e le occasioni e così nella seconda semifinale del 21 marzo a Fuorigrotta potrebbe non servire un’impresa per conquistare la finale di Roma e assicurarsi il posto in Europa League. La squadra di Mazzarri ha deluso fino agli ultimi quindici fiammanti minuti. Non è partita con il piglio giusto e si è fatta perforare da Reginaldo e D’Agostino, entrati in area come se fosse un accogliente salotto. Il primo tempo è stato deprimente. Squadra molle, com’era accaduto nelle precedenti gare: la condizione fisica non è più brillante. Poca profondità (era stato escluso Lavezzi dalla formazione titolare perché apparso fuori forma a Milano, dando spazio a Pandev, anch’egli spento), solo due occasioni (Farelli tempestivo su Cavani al 9′ e al 45′) e soprattutto quell’incredibile gol incassato dal Siena-bis. Sannino ha lasciato a casa i big (da Calaiò a Destro) e ha schierato quasi interamente seconde linee, considerando il prossimo match di campionato contro la Roma più importante. Ed ecco, oltre a Farelli, in campo l’ex azzurro Mannini, Bogdani e Reginaldo. Il brasiliano, note alle cronache più per un flirt con Elisabetta Canalis che per i suoi gol, ha sfruttato una clamorosa indecisione della difesa per firmare il vantaggio. Ha ricevuto il pallone da Mannini, si è agevolmente liberato dei lenti Aronica e Campagnaro e ha puntato su De Sanctis, che ha ritardato l’uscita e si è fatto scavalcare dal pallonetto. Fuori posizione Cannavaro, rimasto dalle parti di Bogdani, autore della rimessa laterale. Mazzarri non ha fatto subito alzare dalla panchina uno dei giocatori arrivati in questa stagione (Vargas e Inler visti solo nel finale: in crescita il giovane talento cileno), ma Lavezzi, il cui impiego era stato reclamato a gran voce dai seicento tifosi azzurri e a ragione perché ha dato vivacità alla manovra. A Milano il tecnico aveva avuto timore di osare dopo il rosso a Ibrahimovic, a Siena ha azzardato l’esclusione di Aronica e l’inserimento del Pocho.
I bianconeri, dopo essere arrivati vicini al raddoppio con Mannini (sfiorata la traversa al 9′), si sono chiusi, cercando la ripartenza, in stile Napoli, quello migliore. Lavezzi si è presentato con un tiro di sinistro di poco a lato al 15′ su servizio di Zuniga. Ma il Siena ha raddoppiato al 21′: una prateria la difesa del Napoli, da sinistra l’ischitano Brienza ha appoggiato il pallone a D’Agostino, lasciato libero al centro, colpo perfetto di sinistro. È partito l’ultimo assalto e proprio nel finale gli azzurri hanno fatto vedere le cose migliori. Al 33′ un tiro di Lavezzi respinto da Farelli e il successivo salvataggio di Belmonte sulla linea. Dopo le proteste per la respinta dell’ex Contini con il braccio (difensore spinto da Cavani, secondo l’arbitro), sono arrivati al 40′ il palo di Campagnaro e al 41′ il gol, anzi l’autorete del difensore Pesoli. Grande esultanza in campo e in panchina per una rete in extremis che ha alzato le chance qualificazione del Napoli, mentre Mazzarri invitava gli azzurri a cercare il pareggio. Che stava per arrivare nell’ultimo dei cinque minuti di recupero: Campagnaro di testa ha centrato il palo.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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