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Napoli – Juve, si rigioca a colpi di tweet: da ignoranti a cafoni, senza dimenticare le “bistecche”

Napoli-Juve: 2-0 in campo, 1-1 in borghese. E sono botte da orbi, accuse velenose e risposte orgogliose, sciabolate televisive e cinguettii in rima. Cioè, più che un cinguettio è l’urlo dell’aquila reale, quello spedito ieri notte via Twitter da Luigi De Laurentiis, figlio del presidentee, a Beppe Marotta, dopo le accuse di provincialismo indirizzate da Lione al mondo azzurro: «Marotta grande ignorante!». Con successiva e articolata spiegazione che sa tanto di: giù le mani da Napoli. La mia Napoli.

BISTECCHE E BABA’ – E allora, the week after. Non il day da film, il giorno fisiologico, bensì la settimana successiva alla sfida del campo vinta senza appello dalla squadra di Rafa: campioni d’Italia surclassati al San Paolo ed evidentemente graffiati nell’anima. Feriti, rabbiosi. Talmente tanto da riuscire a digerire senza bicarbonato la bistecca del pranzo burlone con la Fiorentina, ma non la pizza e il babà.

La sconfitta, secondo quanto dichiarato da Marotta giovedì da Lione, prima della partita di Europa League, è stata invece “digerita velocemente”. Però? «Ci ha dato fastidio l’eccessiva euforia dimostrata dal Napoli che, in fin dei conti, ha battuto la Juve in una partita di campionato che vale solo tre punti: sembrava che fosse l’euforia tipica di una squadra di provincia quando gioca contro una grande. Se si accontentano di vincere una gara come se fosse una finale, mi sembra molto riduttivo per il loro blasone».

LE REPLICHE – Lo sgarbo di Lione non passa inosservato: la risposta di Luigi De Laurentiis, primogenito del presidente Aurelio e dunque rappresentante della proprietà, squarcia la notte del mondo virtuale. «Marotta grande ignorante! Confonde il CUORE di una città unica come Napoli per un’euforia da provincia».

Twitter è il messaggero dei pensieri del produttore. Il fratello Edoardo detto Edo, vicepresidente azzurro, cita invece su Facebook una frase del Maradona di Kusturica sulle imprese a Torino della sua epoca, aggiungendo: “Caro signor Marotta, il nostro tifo è puro e sano e pieno di passione e amore. E poi come si permette di definire il NAPOLI squadra provinciale…”. I social profili ufficiali. La medesima vetrina utilizzata il 9 marzo dalla Juve dopo la vittoria in campionato con i viola di Montella nell’anticipo di mezzogiorno (e dintorni): “Buona la Fiorentina a pranzo. Ci rivediamo fra 4 giorni, per cena“. Alludendo alla bistecca e alla successiva sfida di Europa League.

LE POLEMICHE – Rise il popolo bianconero, come dopo l’augurio all’Inter di ogni sconfitta griffato da John Elkann un paio di giorni fa, ma evidentemente s’è divertito meno al San Paolo: «Non sembra che ci siano 17 punti di differenza tra noi e loro. Datemi il fatturato della Juve e vinco scudetti per i prossimi dieci anni», disse De Laurentiis padre nel dopo-partita. «Se un giocatore come Llorente aspetta sei mesi perché la Juve gli offre un ingaggio più alto, vuol dire tutto», aggiunse Rafa. Marotta e Conte risposero già domenica: «Benitez dovrebbe parlare solo di calcio», il d.g. «Il Napoli ha speso più di 100 milioni sul mercato per vincere e invece gli resta solo la Coppa Italia», il tecnico. Poi, giovedì, l’accusa di provincialismo da Lione, in piena Europa League, magari stuzzicata dalla vista del d.s. azzurro Bigon, allo Stade de Gerland per questioni di mercato. Chissà.
LA PREMONIZIONE – Fatto sta che Luigi De Laurentiis non ha gradito l’uscita e, nonostante la scelta di una vita mediatica ispirata al low key, che in dieci anni di Napoli lo ha fatto notare esclusivamente per la cortesia e i sorrisi, e mai per una parola, ha deciso di replicare. Zac, al volo. Per il Napoli e per la città di Napoli. Immortalata e postata in un suo splendido scorcio di mare e tramonto, guarda caso, proprio la domenica della grande sfida. Con tweet a cotè: “La calma prima della tempesta!!!! Stasera tutti concentrati”. E tempesta fu.
Fonte: Corriere dello Sport
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