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Napoli-Inter – La partita di Goran Pandev

Il macedone vuole dimostrare a Moratti che non era un calciatore finito

Pandev e l’Inter, un colpo di fulmine scattato nel 2001 e mai sbocciato in amore vero pur dopo il ricongiungimento del 2010 e la conquista del «triplete». Ora potrebbero incontrarsi di nuovo e magari alimentare rimpianti: il macedone, infatti, ceduto in prestito al Napoli è l’uomo del giorno nel parco attaccanti a disposizione di Mazzarri e domani sera ci sarà il faccia a faccia con i neroazzurri in Coppa Italia. E’ in palio l’accesso alla semifinale con eliminazione diretta. Pandev spera di ricevere la fiducia dell’allenatore in modo da poter dimostrare alla società di appartenenza che fu un errore liberarsene per fare spazio a Forlan. Una sfida nella sfida, in pratica. Una sorta di rivincita personale. E c’è chi è pronto a giurare che il macedone farebbe di tutto per regalare un dispiacere alla «beneamata». Sta attraversando un periodo di forma invidiabile: cinque gol in campionato, uno in Coppa Italia. Pandev a Napoli a ritrovato entusiasmo e condizione fisica. Pur essendo ancora legato all’Inter, spera di non farvi più ritorno e trovare una sistemazione definitiva altrove. Magari restare in maglia azzurra, oppure andare all’estero, di sicuro non ad Appiano Gentile dove sa di dover ricominciare tutto daccapo. 

LUI E L’INTER -Pandev venne scovato giovanissimo dal settore scouting dell’Inter. Giocava nel Belasica, la squadra della sua città. Aveva diciotto anni quando arrivò a Milano. Non parlava italiano, aveva difficoltà ad ambientarsi. Venne smistato in Primavera dove faceva coppia con «Obi» Martins. Qui vinse un torneo di Viareggio e lo scudetto di categoria. Poi fu ceduto in prestito allo Spezia in C1. Pandev collezionò ventidue presenze, segnando quattro gol. Ma non era ritenuto ancora pronto per la prima squadra e venne dato in prestito all’Ancona in serie A. Nelle Marche il macedone debuttò nella massima serie il 20 novembre del 2003 (proprio contro il Siena a cui ha fatto gol domenica scorsa) senza peraltro brillare (20 presenze, 1 gol) 

LUI E LA LAZIO -Nell’estate del 2004 si fa avanti la Lazio. Acquista Pandev in comproprietà. Ed è a Roma che la sua carriera subisce una svolta. Con l’arrivo di Delio Rossi («Con lui sono cresciuto sia come calciatore che come uomo»), il macedone esplode trascinando i biancocelesti fino alla qualificazione in Champions League (33 presenze , 11 gol). A quel punto, il presidente Lotito decide di riscattarlo versando ben quattro milioni di euro nelle casse dell’Inter. L’escalation continua anche negli anni successivi ma nella stagione 2008-2009 il rapporto con il club si rompe: per prolungare il contratto, Pandev chiede un ingaggio che Lotito non intende accordargli. Finisce fuori rosa. Ne scaturisce una battaglia legale che sfocia nel ritorno all’Inter da svincolato.

LUI E MOURINHO -All’Inter, il macedone incontra un allenatore che sa come prenderlo e valorizzarlo, Josè Mourinho. Scatta un buon feeling tra i due e Pandev risulta uno dei protagonisti del «Triplete» (coppa Italia, scudetto e Champions). Eppure con il tempo qualcosa s’incrina tra il calciatore e l’ambiente neroazzurro. I tifosi lo prendono di mira, gli allenatori che succedono a Mourinho lo scaricano. E l’estate scorsa si fa avanti il Napoli. Lo chiede in prestito, a patto che buona parte dell’ingaggio sia a carico dell’Inter. Lui accetta subito la destinazione e dopo l’apparizione da ex nella gara d’andata dove s’infortunò, ora ha la possibilità consumare la sua rivincita personale e dimostrare a Moratti ed alla tifoseria neroazzurra che fu un errore considerarlo un giocatore sul viale del tramonto.  

Fonte: Corriere dello Sport

La Redazione

A.S.

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