L’Inter di Ronaldo, ma anche il Napoli di Ayala e Andrè Cruz. Le punte più elevate di una lunga carriera per Gigi Simoni, che con i nerazzurri ha vinto la Coppa Uefa 1997-1998 e con il Napoli arrivò in finale di Coppa Italia un anno prima, nonostante la grande crisi societaria dei campani. Domani ci sarà proprio Napoli-Inter, e i nerazzurri cercano la gara della svolta:
“Servirà la personalità” – dichiara Simoni nel corso di un’intervista concessa a La Gazzetta dello Sport – “Sbancare il San Paolo non è facile, non lo è mai stato. Occorre metterci gli attributi. La mia Inter ne aveva da vendere, quel giorno in campo c’era gente come Bergomi, Zanetti e Galante. Questa Inter è a tratti molto bella a vedersi ma non ha gente di grande personalità. Icardi? È un attaccante fortissimo, segna con medie straordinarie. È un leader tecnico ma non carismatico. L’Inter attuale ha tanti buoni calciatori, può sfoderare una grande prestazione anche contro il Napoli ma pecca nella continuità perché magari in provincia non trova le motivazioni che avrà di sicuro domani sera”.
Posizionamento per la Champions ancora possibile: “Il tempo per recuperare non manca e neppure la qualità, bisogna prendere esempio da quello che ha fatto la Juve lo scorso anno e quindi abbinare alle doti dei singoli quella cattiveria agonistica collettiva che fino a ora è mancata. Sono certo che Pioli lavorerà anche su questo aspetto“. Napoli altalenante: “La squadra crea tante occasioni e non sempre le concretizza tutte. In casa però è davvero una macchina da guerra, nonostante qualche recente passaggio a vuoto. Secondo me pure agli azzurri sono mancati gli attributi in alcune partite, quelle che devi vincere non attraverso il gioco ma con la giusta determinazione”.
Pronostico? “Io spero in un pareggio. Con queste due squadre ho vissuto le mie emozioni più grandi: la vittoria della Coppa Uefa con i nerazzurri a Parigi e, sa cosa le dico, il successo ai rigori del Napoli sull’Inter in Coppa Italia in quel febbraio del ‘97. Peccato solo che Ferlaino mi esonerò prima della finale, anche se così fui chiamato da Moratti“.
Fonte: Gianlucadimarzio
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