L’Inter vince al Maradona e torna capolista del campionato. Il Napoli sfoglia un altro amaro dossier dei rimpianti perchè per i primi 40 minuti si è giocato praticamente davanti alla porta nerazzurra. Cercare la verità profonda in questo 3-0 sarebbe un esercizio approssimativo ed erroneo. La dimensione dell’esito è asimmetrica rispetto all’andamento della sfida. Le immagini di sintesi sono eloquenti e impietose. Dopo nemmeno 5 minuti Elmas calcia di forza e precisione, Sommer la toglie dall’incrocio dei pali. E mezzora più avanti Politano affila il sinistro a giro e colpisce la traversa. In quel momento preciso nessuno avrebbe potuto pensare a come sarebbe finista la storia. Ma la sorte e le vicissitudini calcistiche sono spesso estemporanee. L’Inter con un tiro straordinario, che non a caso capita di domenica, di Calhanoglu segna un gol di grande pregio e con l’1-0 se ne va al riposo. Nell’azione precedente Lautaro aveva fermato Lobotka con un intervento borderline che Massa ritiene regolare. Quando si torna in campo nel secondo tempo c’è un’altra svolta. Acerbi pesta il tallone di Osimhen che si era sfilato in area, sullo sviluppo Kvara salta un difensore e colpisce di sinistro, Sommer salva ancora il pareggio. Il VAR non interviene sul contatto almeno vigoroso su Victor. L’Inter resta avanti con buona stella e poi scappa. Segna Barella all’ora di gioco e la chiude Thuram nel finale in contropiede. La Beneamata è ancora capolista. Il Napoli beve l’ennesimo calice amaro del rimpianto.
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