La verità, tutta la verità e semplicemente la verità è nel chiuso d’una stanza o in in libricino conservato gelosamente: ma il mercato, quella giostra infernale e deliziosa, lascia spazio agli aggiornamenti e possibilità di conversioni e ciò che vale oggi ha un minor peso domani. La verità, tutta la verità che il Napoli ha scovato dentro di sé, rileggendo il suo recentissimo passato per progettare il futuro, è in un profilo altissimo da inseguire però volando basso, standosene rinchiuso in un’umiltà di fondo che talvolta aiuta, e poi uscendo allo scoperto gradualmente però prepotentemente. La verità è una e trina, perché per ricominciare si parte dalla difesa, si transita dal centrocampo, si atterra sulla corsia mancina: e poi, chissà, accada quel che accada, si vedrà. La verità, indiscutibile, è nelle grazie di Lorenzo Insigne, nella sua verve, nei trentasette gol delle ultime due stagioni tra serie C e B, che valgono la nomination per il San Paolo, il ruolo di vice-Lavezzi da condividere con Pandev – il titolare – e con Vargas, l’omologo con il quale caricarsi addosso le speranze proprie e quelle d’uno stadio che li aspetta.
MAGNIFICO LORENZO – Pandev è (solo) il primo colpo d’una estate affrontata all’attacco, ispirata dal talento e dalla fantasia, poi già illuminata dalla genialità di Lorenzo Insigne, lo scugnizzo nato a Frattamaggiore, cresciuto a Castelvolturno ed esploso tra Foggia e Pescara con Zeman, e divenuto ormai già un rimpianto dell’Adriatico, dopo la confessione del presidente abruzzese Sebastiani: « Martedì incontrerò De Laurentiis e cercherò di convincerlo a lasciarci ancora un anno Insigne. Lui è innamorato del ragazzo e vorrebbe riportarlo a casa, ma io tenterò di fargli capire che un altro campionato con noi potrebbe solo far bene al ragazzo, a quel punto pronto poi per giocare con la maglia azzurra ». La «missione» è più impossibile che disperata ed il funambolo può già organizzare la propria estate, da chiudere improrogabilmente entro il 9 luglio per essere il 10 a Dimaro e vedere l’effetto che fa starsene con la maglia del cuore addosso.
BLANCO E AZZURRO – La verità è in un’idea tridimensionale, quindi, che preveda l’arrivo d’un gigante difensivo capace di costruire «dal basso», di un interditore autorevole e infine di un esterno. La lista della spesa è fatta ma, come si conviene, poi può essere riveduta e corretta: Branislav Ivanovic non è semplicissimo da avvicinare e l’alternativa – un uomo con esperienza internazionale, che abbia giocato in Champions – è costituita da Cristian Zapata (26) caduto in disgrazia con il Villarreal, il sottomarino giallo inabissatosi in Segunda, la B spagnola, in seguito a una serie di accidenti senza precedenti che ne hanno minato la consistenza. E poi, «risalendo», l’attenzione va riservata al centrocampo, luogo in cui si definiscono gli equilibri: i mediani di Mazzarri devono avere capacità fisiche, di recupero, di interdizione e poi di costruzione, ciò ch’è nelle corde di Lassana Diarra (26) del Real Madrid, uno che ha fatto esperienza «appena» con il Real Madrid, con il Chelsea e con l’Arsenal, che ha un contratto pesante e dunque oggetto di discussione, inevitabile; e, infine, si svolta a sinistra, per dotarsi del quarto esterno: Maggio c’è e resta, Zuniga c’è e potrebbe restare, Dossena c’è e pure è in odor di conferma, però da verificare in presenza delle richieste ricevute: la tentazione rimane Aly Cissokho (25) del Lione, che ha aperto le danze a modo suo, stabilendo il prezzo attraverso il sito ufficiale: undici milioni di euro. I giochi son da fare…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.