I problemi non arrivano mai da soli: la settimana nera del Napoli prosegue con lo stop di Cavani. Ieri pomeriggio, l’allarme. Il Matador stava partecipando alla solita sfida in famiglia quando improvvisamente si ferma portandosi una mano dietro la coscia sinistra. Ha avvertito sintomi di un fastidio muscolare. Fa segno di non poter proseguire. Nel frattempo accorre il medico sociale, Alfonso De Nicola, scortato dal massaggiatore. S’avvicinano anche altri, a cominciare da Mazzarri. Chiedono, s’informano, cercano di capire. Il dottor De Nicola sfiora con le mani il muscolo interessato. Prova a valutare se è qualcosa di più serio. Parlotta con Edinson. Decidono, intanto, che non è il caso di proseguire la seduta anche se dovrebbe trattarsi di una piccola contrattura. Sarebbero inconvenienti di routine se non fosse che c’è una partita da giocare tra ventiquattr’ore. Tra l’altro in notturna, in condizioni climatiche non eccellenti e con altre due partite da giocare nella stessa settimana, mercoledì a Bergamo e domenica in casa con il Torino. Manca il tempo necessario per assorbire del tutto il risentimento. E l’attaccante è troppo importante per il Napoli.
OTTOBRE A TUTTO GAS – Pur avendo straordinarie doti di recupero, Cavani non è un robot. Anche lui va soggetto a stress da sforzo. Nel mese di ottobre, l’attaccante di Salto, ha disputato ben cinque gare: tre con il Napoli, due in campionato ed una in Europa League (seppure part time); due con la Celeste, in Argentina ed in Bolivia (subentrato a Gargano). Per non contare i viaggi aerei a cui si è dovuto sottoporre nella settimana della sosta, compreso il rientro ritardato a causa di una coincidenza mancata. Solo con il Napoli nel mese di ottobre Cavani è stato in campo 218 minuti a cui vanno aggiunti quelli accumulati con la nazionale, altri 146. Insomma, un autentico tour de force caratterizzato peraltro anche da frustrazione: quattro sconfitte (una più scottante dell’altra), su cinque partite disputate, due con la Nazionale e due con il Napoli.
PEDINA FONDAMENTALE – Cavani era partito a razzo anche in questo avvio di stagione: sei gol in otto gare di campionato, uno in Supercoppa Italiana, un altro in Europa League, l’ultimo, quello realizzato in Ucraina su rigore. Più o meno la stessa marcia della passata stagione laddove aveva realizzato cinque gol in campionato e due in Champions League. La conferma che il Matador ha raggiunto la continuità e la maturità dei campioni. Fermarlo con il Chievo Verona sembra persino inevitabile se il Napoli vorrà contare sul suo bomber per eccellenza nelle prossime gare che oltre all’Atalanta ed al Torino prevedono anche il ritorno con il Dnipro dell’8 novembre. Ed ora tocca a Pandev, Hamsik e Insigne non far avvertire più di tanto l’assenza del Matador che finora in campionato non ne aveva saltato una. Anzi per trovare un suo forfait bisogna risalire al torneo scorso, ultima in casa con il Siena, vinta peraltro per due a uno.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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