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Napoli, impianti comunali: il futuro è dei privati

NAPOLI.  Si annuncia come una vera e propria rivoluzione quella indicata dall’assessore allo sport del Comune, Giuseppina Tommasielli, per gli impianti sportivi napoletani.

La situazione di stallo amministrativo venutasi a creare dopo la scadenza (tre anni or sono) della concessione al Coni per le strutture della legge 219, sommata alle note difficoltà economiche in cui versano le casse di Palazzo San Giacomo, richiedeva interventi drastici e, dopo aver messo la questione in cima alle priorità dell’Assessorato, la Tommasielli ha deciso di percorrere l’unica via praticabile: quella dei privati. L’affermazione però che “l’unica strada è l’affidamento delle strutture ai privati con la funzione di controllo del Comune” ha creato non poche preoccupazioni tra le società che da anni gestiscono, tra mille difficoltà, impianti come il PalaVesuvio di Ponticelli, il PalaDennerlein di Barra e le sette piscine cittadine usate ogni giorno da migliaia di napoletani. Al punto che più di un presidente delle Federazioni sportive direttamente coinvolte ha dichiarato il massimo interesse e la totale attenzione sull’iter burocratico che seguirà la vicenda.

Come afferma ad esempio il numero uno della FederNuoto Campania, Paolo Trapanese, quella degli impianti è «la questione delle questioni per lo sport napoletano. La più importante da vent’anni a questa parte. Perché se è vero che è servito un terremoto per realizzare alcune di queste strutture, è altrettanto vero che tutto il movimento sportivo si è radicato in questi impianti che hanno ospitato il meglio dello sport partenopeo. Mi auguro che la soluzione che il Comune sta prevedendo – prosegue Trapanese – tenga conto di tutto questo perché oltre all’aspetto sportivo c’è anche una rilevanza sociale Il PalaVesuvio. L?impianto di Ponticelli è tra quelli della legge 219 importantissima sul territorio».

Dello stesso avviso anche il presidente della Fidal, Sandro Del Naia che però sottolinea la necessità di un intervento: «In altre Regioni d’Italia questo tipo di assegnazione è una prassi ormai consolidata e, visti i tempi, è ora che anche Napoli si adegui. Ci sarà da considerare il fatto che si tratta di impianti con caratteristiche differenti: non si può equiparare una struttura da oltre 4mila posti come il “nostro” PalaVesuvio ad una piscina, ma comunque servirà riorganizzare il tutto magari per recuperare anche impianti in abbandono». 

Prudenza dunque nel dare giudizi affrettati su quelle che sono solo le prime linee guida di un provvedimento di grandissimo impatto, come conferma anche il presidente della Fip Campania, Manfredo Fucile: «Aspettiamo di incontrare Comune e Coni e di vedere in che direzione andranno le cose. L’auspicio è che si operi nell’interesse dello sport e non di speculatori».

Fonte: Il Roma

La Redazione
S.D. 

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