Tempo poche ore ed è partito, un po’ a sorpresa, l’ultimatum del presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis alComune della città partenopea: o la concessione, subitanea, dello stadio “San Paolo”alla società azzurra o la costruzione di un nuovo stadio poco distante da Napoli, ma in un’altra provincia, a Caserta.«Mercoledì chiederò a De Magistris, sindaco di Napoli, di cedermi il “San Paolo”. Se riceverò un rifiuto, già nel pomeriggio farò l’accordo con il sindaco di Caserta e da gennaio comincerò a costruire il nuovo stadio azzurro», le parole perentorie di De Laurentiis, che non lasciano molto spazio alle interpretazioni. Che parli dunque il primo cittadino di una delle città interessate, quello di Caserta Pio Del Gaudio.
Salve sindaco. Le parole di De Laurentiis le abbiamo viste ed ascoltate tutti. Già da un po’ si parlava dell’ipotesi di costruzione dello stadio del Napoli a Caserta, ma innanzitutto le chiedo: lei si aspettava che la situazione diventasse esplosiva in così breve tempo? Le parole del numero uno azzurro sono state un fulmine a ciel sereno pure per lei o aveva avuto sentore che la situazione stesse per scaturire in un ultimatum del genere?
«Io conosco bene la problematica, perchè ne ho già parlato con De Laurentiis. Ora, non è che la segua minuto per minuto, ma conosco i problemi che ha con il Napoli, problemi che mi sono stati manifestati più volte da lui e dal direttore Formisano. Dico una cosa: io non sono qui a gufare auspicandomi che De Laurentiis litighi con De Magistris, ma l’ipotesi dello stadio “San Paolo” a Caserta ha sempre un suo fondamento. Fermo restando che lo stadio del Napoli dovrebbe essere a Napoli, nel momento in cui dovessero esserci dei problemi lì, è chiaro che Caserta si candiderebbe piuttosto che altre realtà della Campania o, addirittura, del Paese».
Lei ha più volte detto e ribadito che Caserta sarebbe dispostissima ad accogliere la costruzione dello stadio del Napoli. La domanda però è: la città è pronta ad un passo del genere?
«Caserta è pronta a qualsiasi iniziativa: qui non si parla di sport, qui si parla di investimenti. Oggi l’economia si fonda su servizi, turismo e quindi anche sport. Non è più l’epoca delle fabbriche nè delle grandi industrie. Io non faccio un ragionamento da sportivo, ma faccio un ragionamento da manager che deve creare ricchezza nella propria città. Uno stadio moderno come può essere quello del Napoli o della Juventus la creerebbe. Un’operazione del genere costerebbe zero alla collettività, ma potrebbe portare ricchezza e posti di lavoro: il nostro è un ragionamento puramente economico nel quale il Comune non tirerebbe fuori nemmeno un centesimo».
Ci sono già dei siti a disposizione del Napoli per la costruzione dello stadio? De Laurentiis le ha chiesto qualcosa in proposito? Insomma, detto in parole povere: c’è posto?
«Stiamo individuando delle aree che sono di proprietà di privati, ma c’è la disponibilità a un dialogo fruttuoso. Ovvio che una pre-condizione è che si tuteli anche la squadra di Caserta, che è in Lega Pro, affinchè si apra un discorso con il Napoli: questo è un ragionamento sportivo. La mia idea che valuteremo in che forma proporre al presidente è quella di costruire una cittadella dello sport in cui, oltre allo stadio, ci possa essere anche il palazzetto dello sport per il basket. Perchè non dimentichiamo che Caserta ha una gloriosissima squadra di basket che gioca nelle vicinanze (Castel Morrone, ndr): portandola a Caserta, avremo un 30% in più degli incassi».
De Laurentiis le ha anche spiegato di che genere di stadio si tratterebbe (numero di posti, eventuali infrastrutture aggiuntive, come centri commerciali o sale conferenze)?
«Lui vorrebbe uno stadio moderno da circa 50mila posti, ma questa è una domanda che poi dovremmo fare a lui».
E dal punto di vista della viabilità? Ritiene Caserta pronta a proporsi per un progetto così maestoso? Napoli non è lontana, certo è che ci sarebbero da mettere in conto gli spostamenti di tutti i tifosi azzurri dalla città partenopea (e dintorni) almeno una settimana sì ed una no, coppe escluse ovviamente.
«Noi abbiamo un’autostrada (alle spalle del Policlinico, ndr) che è ben collegata. Abbiamo comunque iniziato già dei lavori sulle infrastrutture, in questi mesi non siamo stati fermi, ma abbiamo lavorato, certo non in ottica stadio, ma per sviluppare un’area che per noi è fondamentale, perchè è quella che collega Caserta a Maddaloni».
Parlando di vile denaro: De Laurentiis ci sembra disposto a pagare tutto, è davvero così? La situazione economica di Caserta non è tra le più floride, diciamo così.
«E’ una cosa che abbiamo già programmato, ovvero infrastrutture intorno a quell’area, che è un’area di grande sviluppo (nei pressi del Macrico casertano e della cosiddetta 187, ndr) ed è probabilmente più raggiungibile quella che la città stessa di Napoli. Ci siamo candidati come capitale europea della cultura, da quel momento abbiamo raccolto il sostegno di altri Paesi e di altre città, come Pompei: siamo la città della Reggia, è giusto ragionare in grande, quindi qualsiasi proposta ci arrivi per quanto nobile e significativa come quella del Napoli, deve tenere conto di queste grosse ambizioni che ha la città. Il Napoli dovrà essere un elemento di sviluppo economico del territorio, perchè poi è quello l’obiettivo fondamentale. In questo caso io faccio l’imprenditore della mia città, ma dal punto di vista sportivo il presupposto è una collaborazione con Casertana e Juvecaserta».
Sembra strano a dirsi, ma la costruzione di uno stadio del Napoli a Caserta è anche un fatto in qualche modo culturale. Una buona parte dei tifosi azzurri, impossibile da biasimare, ritiene che lo stadio della squadra della loro città debba essere nella loro città, appunto. A questi tifosi cosa vorrebbe dire? Ed invertendo la domanda: leggendo in rete i vari commenti direi che c’è una spaccatura evidente tra la cittadinanza casertana, ma in linea di massima diciamo che sportivamente parlando (e non solo) non tutti i casertani sono “pro-Napoli”. Problemi?
«Devo dire una cosa: i tifosi napoletani hanno ragione, così come anche i tifosi casertani hanno ragione, ma io non posso ragionare da tifoso, il mio è un ragionamento prettamente economico: qualsiasi cosa porti ricchezza, occupazione e sviluppo nella mia città, nel rispetto delle leggi, io ho il dovere di farla, sarei un criminale se non la facessi. Questa è un’opportunità economica importante e non posso ragionare da tifoso, anche perchè se De Laurentiis non portasse ricchezza qui, lo farebbe da un’altra parte. Scontri tra tifosi e problemi di ordine pubblico? Oggi il calcio è uno spettacolo, allo stadio va la gente per bene, i tifosi napoletani e casertani sono persone per bene».
Ma secondo lei, come mai De Laurentiis tra tante città della Campania, ha scelto proprio la sua? Glielo ha confidato?
«Forse perchè gli sta simpatico il sindaco (ride, ndr)»
Ultima domanda: si dice che le abbia la speranza nascosta (nemmeno tanto) che De Laurentiis prenda a cuore le sorti della squadra della città, la Casertana, che attualmente milita in Lega Pro, un po’ come fatto da Lotito, presidente della Lazio, con la Salernitana: è vero? Ci sarebbe anche un problema regolamentare però (il patron di una squadra professionistica per regolamento non può detenerne un’altra).
«Sì, assolutamente spero in quello, questo è un ragionamento proprio del calcio moderno. Il problema regolamentare? Tutto si supera».
La Redazione
G.D.
Fonte: Calcionews24
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