Il primo, il numero uno, perché le danze iniziano così, anche al mercato: ladies and gentlmen, he’s back, il suo nome è Pepe, il cognome è Reina e il ruolo è quello di leader, ancor prima di portiere. Perché in questo Napoli che sta per salutare, ciò ch’è mancato – ancor prima delle qualità tecniche – è stato il carattere, quella che si chiama personalità, tutto ciò che abbonda in Pepe Reina, molto più d’un calciatore in questa città che l’ha stregato ed alla quale ha lasciato schiere di nostalgici. Voi non l’avreste detto, visto come finì, ma nell’elenco s’è aggiunto di diritto Aurelio De Laurentiis che, tempo fa, s’è lasciato alle spalle il passato, ha scarabocchiato su quell’erroraccio di rinunciare ad un totem del genere, ha dunque accartocciato quel passaggio a vuoto ed ha fatto un passo indietro e tre in avanti: contratto a Reina sino al 2018, due milioni e mezzo per stagione, e la garanzia di essersi affidato in buonissime mani, di aver lanciato un messaggio all’ambiente intero. Si ricomincia da Reina, poi si passa altrove, però adesso bisogna aspettare un po’, perché serve l’intervento del nuovo allenatore e saranno necessarie le indicazioni del nuovo diesse, ruolo nel quale continua ad avere buone chanches Maurizio Micheli, capo dell’area scouting. C’è da definire il ruolo di Sepe, quello di Rafael: insomma, c’è ressa sull’uscio…
Fonte: Corriere dello Sport
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