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Napoli, il riscatto passa per Udine

Dopo la scottatura in Europa, con l'Udinese subito un'altra sfida importante

Dopo la sonora e dolorosa sconfitta di Londra che è costata l’eliminazione dalla Champions, Udine è il primo banco di prova, e fra i meno facili e i più delicati, per testarne i contraccolpi. La competizione europea per tutto l’anno ha costretto Mazzarri a fare gli extra sul lavoro motivazionale e psicologico, e questa settimana è stata forse quella più dura nel dover risollevare gli animi sconsolati dei suoi calciatori. Archiviata l’esperienza, il lato positivo è che il Napoli adesso può concentrarsi sulla risalita in campionato, per poterla anche rifare la Champions, l’anno prossimo. Caso vuole che si riparta proprio contro l’Udinese, ossia una rivale diretta nella corsa al terzo posto e altra “acciaccata” dall’Europa, forse con meno fatica e minuti nelle gambe, ma altrettanto dispiacere.

 

 

IL CENTROCAMPO, ZONA CHIAVE – Senza dunque grossi squilibri atletici e psico-emotivi fra le due squadre e con la classifica che le vede perfettamente appaiate, la partita sarà giocata su base pari, se non che l’Udinese avrà il sostegno del proprio stadio. Speculari sono anche gli atteggiamenti tattici tipici delle due formazioni, che hanno le caratteristiche tecniche per essere più nocive sulle ripartenze che sulle azioni lunghe e manovrate. La differenza però sta nel centrocampo: in quella zona Guidolin si avvale solitamente di cinque uomini, senza trequartisti, e punta spesso sull’atletismo e sulla corsa dei suoi. Occorre fare attenzione a non finire in inferiorità numerica al centro del terreno di gioco, tanto meno se di fronte ci sono corridori quali Armero e Asamoah, e lo stesso Pinzi che di certo non è un giocatore statico. Inoltre, lì in mezzo ci sarà anche l’ex Pazienza che vorrà far bene contro i suoi compagni di una volta. La posizione di Hamsik e il lavoro di Dzemaili (che a quanto pare dovrà sostituire più Gargano che Inler) saranno fondamentali per non consentire al centrocampo bianconero di prevalere. In tal senso sarà necessario lottare sui palloni centrali con un pressing metodico e organizzato, e gestire bene le energie in fase di possesso, facendo circolare il pallone per non sfiancarsi troppo.

L’ATTACCO NAPOLETANO…DELL’UDINESE – Senza trascurare la copertura sulle fasce, lungo le quali l’Udinese sa operare bene e lo fa anche di frequente, occorre poi un’attenzione particolare ai due napoletani del reparto avanzato bianconero. L’importanza cruciale di Di Natale è cosa nota, ma anche i movimenti e le rifiniture di Floro Flores sono da tenere d’occhio. Mazzarri dovrebbe concedere riposo ad almeno uno dei tre titolari della difesa, ma è difficile che farà giocare sia Britos che Fernandez, entrambi piuttosto compassati e troppo lenti rispetto ai rispettivi dirimpettai, veloci e tecnici. Date le caratteristiche degli avversari, sarebbe meglio tenere in campo Aronica, più rapido e bravo negli anticipi, piuttosto che Cannavaro o Campagnaro. Sull’entità del turnover il tecnico azzurro deciderà all’ultimo – ecco le formazioni più probabili:

 

In definitiva, anche per testare lo stato di forma degli avversari e confrontarlo con il proprio, sarà meglio che il Napoli imposti una partita inizialmente prudente, dosando le forze e aspettando l’Udinese con attenzione. I primi 25’ di Londra hanno dimostrato che spendere tutto subito può essere rischioso: la gestione delle energie e soprattutto del ritmo-gara è un aspetto fondamentale, in grado di influenzare quegli equilibri complessivi del gioco che spesso sembrano essere casuali, e invece possono anche dipendere da scelte precise e calcolate. Per come stanno le cose – vista soprattutto la scarsa riserva di forze fisiche – bisognerebbe “scommettere” sul secondo tempo e cercare di castigare i padroni di casa nell’ultima parte di gara. Premesso che un pareggio a Udine non sarebbe certo da buttar via.

 

 

Lorenzo Licciardi

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