A volte ritornano. Non è una raccolta di racconti horror di Stephen King né uno spot televisivo: a tornare, a volte, sono quelle facce disconosciute dal calcio, nate per stupire e poi capitolate senza un vero motivo. Proprio come Ricardo Quaresma, talento cristallino cresciuto nello Sporting Lisbona e poi affermatosi al Porto, che a distanza di sette anni ritorna a far parlare di sé. E non più per serate pazze in discoteca o liti con gli allenatori, ma per ciò che lo ha reso famoso dal 2004 in poi nel mondo del calcio: il suo magico piede.
La storia del portoghese è una delle più controverse del calcio moderno. Un talento fatto e finito, di quelli che nascono una volta ogni tanto, in giro per il mondo per ben sei anni alla ricerca di un’identità. Identità lasciata a Oporto nel 2008, nel giorno del trasferimento alla corte nerazzurra del connazionale Mourinho, in una piazza che presto si sarebbe ritrovata in vetta al panorama mondiale. E poi la fatica, tanta fatica. Le voci che si rincorrono, un conto salato restituito da una folla carica di aspettative ma rimasta delusa. Il trasferimento del secolo che si tramuta, in poco tempo, nel bidone del secolo.
Ricardo Quaresma e la sua trivela, culto che presto lo espone al pubblico ludibrio, in Italia non trovano spazio. Comincia allora un giro del mondo sull’onda di quel soprannome che lo ha accompagnato sin dalla sua infanzia – il ciganito, “il piccolo zingaro”, per le origini gitane del padre. Per lui c’è Istanbul, sponda Besiktas, dove in due anni raccoglie appena una quarantina di presenze, senza lasciare alcun segno tangibile della sua presenza. Poi il momento più basso della carriera, il trasferimento appena 29enne all’Al Ahli, la scorsa stagione, che segna il definitivo fallimento calcistico dell’ormai ex talento di Vila Nova.
Ma per Quaresma c’è ancora una possibilità: a gennaio il Porto decide di richiamarlo. Che cosa abbia spinto la dirigenza portoghese a compiere un trasferimento tanto particolare, ancora non è chiaro. Però, come per magia, a Oporto il ciganito ritrova la sua essenza, quella lasciata e conservata lì da sei anni, dalla celebre e per lui tragica chiamata di Mourinho all’Inter. Ritrovata la titolarità e, soprattutto, la voglia di stupire, Quaresma torna a sorridere. Cinque reti in appena dodici presenze tra campionato, Coppa ed Europa League – alcune delle quali grandiose, per così dire “alla Quaresma” – e un popolo felice di riabbracciare il suo campione. Ora, per il Napoli, il Porto ha in serbo un’arma in più, che vorrà vendicarsi del brutto scherzo che il calcio italiano gli ha tirato in passato. E quel Mondiale in Brasile…
Fonte: gianlucadimarzio.com
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro