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Napoli, il Napoli, l’Italia: le storie tornano ad intrecciarsi…

Spunto finale. Prima del mare. Al Parco delle Sculture di Casoria con due amici con cui parlare de I Costi della Politica.  E noi naso in su, sbalorditi del degrado in cui sono finite le sculture contemporanee, costruite live ed in real time da Renato Barisani, Campitelli, Fernando Barredo. Il tavolo è pronto, troppo importante la ricorrenza della I festa democratica, e, seduti con me a parlare di politica, Pasquale Fuccio, Giovanni Marigliano, Giosuè De Rosa, Pasquale D’Anna, Pasquale Amoroso, Nicola Laezza, Pino Balsamo e, poi, si aggiunge a noi, il Deputato Europeo Andrea Cozzolino. Alberto supera subito la corda di protezione. Qualcuno richiama all’ordine. E se ci facessimo una scuola dentro il Parco delle Sculture? Senza, semmai, guastare l’apparato, compreso gli splendidi alberi.

Viviamo di ricordi e di altro. Ai miei tempi……. Certo, prima era un’altra cosa…… Però che razza…… Viviamo nel presente e cerchiamo di renderlo migliore. Bé, non proprio come riesce Carfora che paga Sgarbi e la dislessia, i quadri normativi, i progetti, i dirigenti, i fitti passivi  con migliaia di euro. Che vuol dire anche rispetto per il vicino di casa e tutti gli altri.

Il Napoli è in vacanza; manca troppo tempo per il ritiro di Dimaro,  e si vola verso Sorrento. Colloqui in riva al mare. Rispettiamo i riposi altrui. I nostri meno. E annunziamo a Milano che tutto è sistemato. Stramaccioni non soffrirà per gli ulteriori ritardi. Sulla tabella. I Moratti sono reduci da Forte dei Marmi.

E le storie tornano ad intrecciarsi con l’agilità di sempre. Anche Tommaso Sodano, vicesindaco di Napoli, esperto nel ramo rifiuti, tra Acerra e Pomigliano d’Arco, a contatto con termovalorizzatori, percolato, umido, secco ed indifferenziato, va in vacanza. A Vedelago, ridente cittadina di 17 mila abitanti, nel trevigiano. Andiamo tutti, con lui vanno il Sindaco di Casoria, il movimento di lotta per il lavoro, l’unione sindacale di base. Vedelago è diventata la terra promessa. Carla Poli, invece, la Madonna di Mendugorje. Ma di storie da raccontare ce ne sono ancora tante.

Purtroppo ci sono  anche quelle dolorose della Sarnese e del Gladiator? Cosa dire? Ma la Sarnese non ce l’ha spuntata. Non è stata ripescata in Lega Pro, nonostante abbia perso, solo all’ultima giornata il campionato  di Serie D, contro il Martinafranca. L’agro sarnese, quello dell’oro rosso, battuto dalla costa pugliese. La Storia di Gladiator e Sarnese è raccontata con malcelato disappunto.

Nella voce di sammaritani e sarnesi la delusione di una bocciatura, nel momento esatto in cui credevano di aver guadagnato la giusta promozione che ben meritavano.

Le storie si intrecciano e spesso toccano il duolo dell’uomo che vuole, pretende di ottenere ciò che gli spetta ma che gli altri non vogliono dargli.

Oscure manfrine attorno al Napoli. Compreso la cessione di Lavezzi al PSG, l’arrivo, al suo posto, di Lorenzo Insigne, l’acquisto definitivo di Pandev, il contratto di Mazzarri, quello di Bigon ma anche di tutti quelli in scadenza e cioè Caffarelli, Santoro, Baldari, Ciro Muro. De Laurentiis è stato chiaro: “Non voglio pensare che le decisioni, tutte, nascondino un secondo pensiero. Se fosse così dovrei prendere decisioni severe”

E poi il pensiero va a Nino D’Angelo e Sal da Vinci. Nella loro voce la contraddizione di Napoli. Nino canta e si fa sentire come dovrebbe farsi sentire Napoli. L’altro italianizza, scherza, sussurra. E’ molto bravo. E se si mettessero d’accordo?

Lunghe polemiche su Merola che accentua il dialetto o il…… volgare. Capisco Mario Merola come Nunzio Gallo. Non hanno torto (ne parlo come se fossero vivi perché le loro canzoni sono immortali; indimenticabili le esibizioni di Merola tra il Margherita ed il 2000, nelle sceneggiate). Buon segno.

C’è un pianoforte, che Nino lavora bene. Sal da Vinci si solleva e canta, con una voce chiara, limpida, forte e dignitosa. Oh quante belle canzoni! Scetateve guagliuni, Funiculì, Guarda o’ mare.

Lasciate, cari  lettori, che vi saluti per un po’ di giusta vacanza, con l’immagine di questi nostri artisti, competenti di calcio. I siti web, i portali d’informazione restano aperti. Visitateli. Con i pc portatili, l’iphone, l’ipad, lo smartphone, i tablet.

Lasciate che pensi a Napoli, al mio sud, così come ho ammirato ed applaudito Salvatore Sorrentino da Piedigrotta (Sal da Vinci) e Gaetano D’Angelo, casoriano di San Pietro a Patierno (Nino). In piedi, a testa alta, con voce chiara e forte. E’ dentro quelle voci tutta la nostra vita antica e nuova (vico Maiorano, vico Lungo San Matteo, Riviera di Chiaia, via Palasciano, via Campegna, Bagnoli, Coroglio, Mergellina). I nostri sorrisi e le nostre sofferenze, le nostre speranze, il nostro diritto, sacrosanto diritto, all’affermazione. Tutto a voce, ripeto, chiarissima e a testa alta. Tante grazie, Nino. Tante grazie, Sal.

Tante grazie!

E, chiudo, con il pensiero rivolto ad una partita, per chiunque italiano, unica. Unica per ogni generazione: Italia – Germania, 4 – 3 a Mexico 70 e Germania – Italia del 2006, quella, cioè, che ci laureò Campioni del Mondo.

Ci risiamo, finale del titolo europeo per nazioni in palio. Italia – Germania: tutto è possibile. Non è la prima volta che li battiamo. Ci possiamo ancora riuscire. Gli Italiani di Germania stanno ancora godendo della vittoria in terra tedesca del titolo mondiale e, battendo in finale, un’altra spocchiosa nazione, la Francia, la grandeur. Dai che ce la possiamo fare. In finale ci aspettano Spagna o Portogallo.

Comunque vada è già un successo!!!

Di Nando Troise

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