Come riparte questo Napoli. No, non è soltanto un riferimento al frizzante avvio di stagione (e togliendo la Supercoppa gli azzurri hanno vinto tutte le amichevoli estive) ma la capacità della formazione partenopea di cambiare marcia nel secondo tempo, quando, soprattutto di questi tempi, c’è il rischio di vedere un calo di ritmo dovuto proprio alla partenza della stagione.
PIEDE SULL’ACCELERATORE. Sicuramente la squadra di Mazzarri è stata aiutata dalla preparazione mirata per la finale di Pechino, ma l’undici partenopeo, oltre ad aver sempre giocato su buoni ritmi, nelle prime tre partite di campionato ha avuto la capacità di dare un’accelerata decisiva proprio nella seconda parte di gara. Un dato che non va sottovalutato, che ha permesso gli azzurri di mettersi al riparo dai “ritorni” di buone formazioni come Fiorentina e Parma, ma anche il bistrattato Palermo, proprio nella ripresa, aveva provato a raddrizzare il match: e parliamo della prima giornata di campionato.
QUEI CAMBI AZZECCATI. E se il Napoli è ripartito di slancio è anche perché l’allenatore ci ha messo lo zampino. Nelle ultime due partite, gli innesti di Mazzarri sono stati decisivi. Almeno considerando le ultime due gare. Ma andiamo con ordine: a Palermo la formazione azzurra aveva chiuso il primo tempo in vantaggio, quando Hamsik, proprio in extremis, ha messo a segno il gol del vantaggio. Poi la formazione di Sannino, oggi già esonerato, entrò in campo con grande piglio, con la speranza di raddrizzare il risultato, e gli azzurri furono messi in difficoltà: chiusi e costretti a ripartire. Dopo un po’ di sofferenza, e anche un paio di buone opportunità sprecate (una con Hamsik, l’altra una discutibile fallo su Maggio) la squadra di Mazzarri riuscì a premere sull’acceleratore strozzando le speranze del Palermo. Fu proprio Maggio a chiudere il discorso a 11 minuti dal fischio finale, spezzando le gambe ai rosaneri. In quegli ultimi 15 minuti, tra l’altro, il Napoli correva di più, e per il Palermo non ci fu scampo.
IL BELLO ARRIVA DOPO. Più fatica è stata fatta con la Fiorentina e poi col Parma. In realtà gli azzurri non sono mai stati raggiunti sul pareggio in questi primi tre turni, ma hanno dovuto faticare per chiudere il discorso. Nella ripresa del match con la Fiorentina, Mazzarri dovette togliere uno stanco Behrami per far posto al più vivace Inler. Quella mossa fu decisiva perché la formazione azzurra ritrovò slancio e soprattutto il possesso di palla, anche grazie al nuovo entrato. E fu proprio Inler a ridare linfa al reparto, che grazie a una sortita offensiva di Insigne mandò in rete Dzemaili per la rete che ha chiuso la partita. Ci fu poi il gol di Jovetic, ma il Napoli tenne pallino del gioco e nervi saldi, con i viola che non furono poi così pericolosi, anzi. Contro il Parma, invece, l’impronta di Walter Mazzarri è stata significativa. Anche in questo caso il Napoli era meritatamente in vantaggio, ma il Parma era riuscito ad accorciare le distanze proprio sul finire del primo tempo: una cosa che mai fa piacere agli allenatori. Poi si è faticato a trovare il terzo gol che poteva chiudere il match. In questo caso il cambio del tecnico è stato decisivo: dentro Insigne che chiude la storia dopo neanche 50 secondi. E ancora Napoli martellante fino alla fine, ma senza trovare altri gol. Gli azzurri arrivano proprio sul più bello, anzi, vincono.
Fonte: Giovanni Scotto per Il Roma
La Redazione
M.V.
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