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Napoli, i presupposti dei cambiamenti sono nell’aria

Tanto spettacolo e tanta bellezza non bastano per quest’anno. Ora si lavora e progetta per la prossima stagione.

Domenica 6 Maggio, ore 16:45 circa, triplice fischio. 2-2 il risultato tra Napoli e Torino. Sogno sfumato, almeno per quest’annata. Tutto procrastinato alla prossima stagione dove però il timoniere principale potrebbe cambiare. Si perché Sarri, dopo tre anni, sembra aver esaurito ogni tipo di aspettativa. O forse è Aurelio De Laurentis ad aver perso le motivazioni? Un dubbio a tratti esistenziale e a tratti chiaro, come la crisi che ha colpito il Napoli nelle ultime 2 gare: 1 punto al fronte dei 5 persi tra Fiorentina e granata per l’appunto. Un atteggiamento a tratti confuso e a tratti scoraggiante. Non va. Qualcosa è andato storto. Nonostante tutto, però, un segno indelebile è stato lasciato negli occhi del mondo intero: un’identità. Un marchio di fabbrica, una certezza che ha reso il Napoli di Sarri la squadra più bella da vedere tanto da attirare l’attenzione della corte del Chelsea sull’allenatore toscano. Un contratto stimato intorno ai 6 milioni di euro per l’attuale tecnico del Napoli, al fronte dell’1.4 che percepisce ora. Si è pensato lontanamente anche ad un ipotetico scambio Sarri-Conte. Utopico, in questo caso visto il costo che l’ex allenatore della Juventus ha in termini onorari. Come se non bastasse, oltre ai Blues, il pensiero di Sarri è scattato anche in casa Monaco e Arsenal. Cambiare impaurisce, il più delle volte, ma l’esperienza insegna anche l’opposto: Mazzarri ha iniziato a mostrare il Napoli forte e carismatico, passando poi per Benítez con altri titoli e fondazione della rosa. Andato via lo spagnolo, la paura di perdere giocatori come Callejon, Albiol, Mertens, Reina, regna sovrana. Eppure, nonostante non siano arrivati titoli, con Sarri, il Napoli, forse, ha mostrato i risultati più belli, un calcio coinvolgente e meraviglioso, apprezzato fino all’ultimo dalla popolazione partenopea. Esatto fino all’ultimo perché probabilmente siamo giunti alla fine di un ciclo ma si potrebbe sempre dire che chiusa una porta, si apre comunque un portone. L’atmosfera non è delle migliori ora. Si deve parlare, si deve fare chiarezza, si deve progettare. Ripetersi non sarà facile, così come per tentare di trattenere determinati giocatori. Sembra che tutto faccia presupporre un’estate estremamente rovente per gli azzurri.

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