Se il Napoli è secondo in classifica, il merito è anche di un reparto arretrato solido e compatto. Perché oltre alle reti di Cavani, al dinamismo di Lavezzi, e a un gruppo grintoso, bravo a crederci fino all’ultimo minuto, va sottolineata anche la tenacia di una retroguardia che, di giornata in giornata, sembra stia trovando la giusta quadratura. Zero gol incassati nelle ultime tre gare, che hanno fruttato nove importanti punti in classifica: la porta di Morgan De Sanctis, dunque, non viene violata da oltre tre partite, da esattamente 305 minuti. L’ultima rete incassata, quella di Totò Di Natale, lo scorso 28 novembre, nella sconfitta per 3-1 per mano dell’Udinese. Da lì, tre vittorie di misura, due delle quali giunte al novantesimo, con la retroguardia partenopea brava a chiudere qualsiasi spazio, sorretta da un De Sanctis, tra i pali, in gamba a conferire la giusta sicurezza.
Mancava da tempo, infatti, uno come lui al Napoli. Un portiere dotato di Carisma, dalla tecnica probabilmente non impeccabile, ma dai riflessi eccelsi. Un estremo difensore d’esperienza, che donasse tranquillità alla retroguardia, e che consentisse agli azzurri di pensare più a metterla dentro per vincere, piuttosto che segnare per rimediare ai gol presi. Un portiere che garantisse sicurezza, e che potesse far fare un buon salto di qualità a un Napoli che adesso, oltre ad avere un attacco prolifico, può contare anche su una retroguardia brava a non incassare reti. Cosa, questa, importante tanto quanto fare gol. E che risulta fondamentale, poi, per una squadra che punta a confermarsi nel calcio che conta.
La Redazione
F.C.
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