Quel che resta dell’Olimpico, ormai, è uno spicchio piccolissimo, quasi impercettibile: una speranzella che si va affievolendo di ora in ora e che lascia appena quattromila chanche. Meno nove e però la febbre collettiva ha già consumato gran parte di quel quantitativo di biglietti disponibili, divorati in un lampo: ore 16, tutti dinnanzi alle ricevitorie autorizzate e quando è sera non ci sono più curve né distinti e l’esodo è diventato oceanico, come largamente previsto.
L’ASSALTO – Il virus ha contagiato Napoli da un bel po’ e le stime inducono ovviamente a lanciarsi sul tutto esaurito, per un match che ha un suo peso specifico nella storia del club, per un traguardo che appare come un sogno per chiunque: alle quattro del pomeriggio, dinnanzi ai punti Better, a Pianura come nel centro dove ci sono i punti vendita della Listicket, per cautela e a scopo preventivo, visto l’afflusso di gente, arrivano le auto della Polizia per garantire tranquillità e un normale accesso alla prevendita, che a sera è già largamente oltre quota ventimila e che concede disponibilità soltanto nella Tevere.
IL PIENONE – I trentamila sono nelle corde di una città che ne ha mandati diecimila a Bologna (domenica scorsa), che ha cominciato la stagione con gli ottomila di Cesena, che all’estero ha fatto il pieno sia a Manchester sia a Monaco sia a Londra per il Chelsea e che certo non indietreggia in vista della finale di coppa Italia distante un paio d’ore di auto, per una domenica da traffico intenso, da partenze intelligenti: i numeri non mentono e dai diciotto mila biglietti venduti – con la tessera del tifoso, con la prelazione degli abbonati – si è già arrivati a ventunomila e che non offre più possibilità di accesso né in curve, né ai distinti.
LA PRIMA VOLTA – Stavolta, dopo la riunione tra Casms e Lega, non c’è possibilità di recarsi ai botteghini, che restano rigorosamente chiusi: ma la folla è palpabile, anzi riscontrabile in tutti i sette punti vendita cittadina della Napoli tecnlogicamente avanzata, e ci sono code di tifosi ovunque e una richiesta sempre massiccia, imponente. La Juventus e la finale di coppa Italia restano ancora a distanza considerevole – dieci giorni di tempo, per i ritardatari – e però rimangono scorte limitatissime che annunciano nuove file.
ALLA TV – E per chi invece non riesce ad essere all’Olimpico, resta praticabile la strada del maxischermo: inizialmente, era spuntata l’ipotesi di installarne due, uno allo stadio San Paolo e un altro in Piazza del Plebiscito, con un concentramento (chiaramente) imponente di tifosi e un calcolo – allo stato – non del tutto imprevedibile. Ora si ragiona sulla necessità e soprattutto sulla zona in cui radunare la Woodstock del tifo partenopeo. In trentamila all’Olimpico e in quanti a scrutar le stelle?
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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