La stagione di Dries Mertens è cominciata con due fisse da schedina vecchio stile: titolare in Nazionale, riserva in campionato. Smorfie e sorrisi. Tipo quelli che venerdì ha regalato durante e dopo l’agevole partita di qualificazione a Euro 2016 che il Belgio ha (stra)vinto a Bruxelles con Andorra: 6-0, il finale del set, con doppio smash dell’attaccante azzurro. Sì, doppietta per lui, «una cosa che non mi riesce tanto spesso», e poi lo spunto per riaprire un capitolo che di tanto in tanto viene rispolverato e riletto con curiosità: la strana vita di Dries. Diavolo rosso scatenato e angelo azzurro di scorta: nelle sei partite di campionato archiviate finora, Rafa ha schierato Mertens dal primo minuto soltanto con il Palermo, alla quarta giornata. «In questo momento mi sento bene, però rispetto le decisioni dell’allenatore». Arrivederci a San Siro. Con il solito dubbio: l’eterno ballottaggio con Insigne. Che per la verità, finora, non ha mica regalato tutta questa suspense.
TUTTO (QUASI) OK. E allora, il ritorno nella città della gioia: Bruxelles. E’ proprio il caso di dirlo: come per Hamsik, che in Slovacchia ha dominato sia con il Napoli in Europa League sia giovedì con la Nazionale, l’aria di casa ha fatto benissimo a Mertens. Lo ha rigenerato, stimolato e gli ha anche dato la spinta per spaccare il mondo: «Vedere lo stadio pieno è stato fantastico: siamo felici di aver regalato la vittoria e il divertimento ai nostri tifosi». E i due gol? Bella la vita, eh? «Sono molto contento. Ancor di più perché il primo l’ho segnato di testa, cosa insolita per me! Li dedico al mio compagno Van Damme: un regalo di compleanno». Rispetto alle ultime giornate di Napoli – tra la crisi, le panchine e un San Paolo freddino -, il paragone non regge. Però, con calma: «Dopo un avvio deludente siamo tornati in gioco, anche se l’eliminazione in Champions è stata un colpo duro. Il turnover? Nessun problema».
ASSO DI COPPE. Da grande professionista, Mertens a fare polemiche non ci pensa neanche: «L’allenatore fa le scelte e io le rispetto e lavoro. Tra l’altro, con tutti gli impegni che abbiamo, in media gioco titolare una volta ogni due partite». Più o meno. Anzi, leggermente meno nelle ultime settimane: la statistica, infatti, dice che il genietto delle Fiandre è sceso in campo dal primo minuto in 4 delle 10 partite disputate dal Napoli tra il campionato (con il Palermo), la Champions (con l’Athletic a Bilbao) e l’Europa League (entrambe). Giocando un po’ di fantasia, insomma, si potrebbe dire che per Rafa l’asso di coppe è Mertens, mentre Insigne è il fratello d’Italia (cinque volte titolare in campionato, una in Champions e neanche un minuto in Europa League).
VOGLIA DI INTER. E da vero asso è proprio in campo internazionale, con lo Sparta Praga, che il belga ha siglato la prima doppietta stagionale. La seconda, invece, è arrivata venerdì: colpo di testa, dicevamo, e poi un gol alla Mertens. «Dribbling secco e tiro sul secondo palo: una soluzione che provo spesso. Comunque, è un periodo in cui mi sento bene: ecco perché riesco a fornire buone prestazioni». Tutti avvertiti. Bruxelles chiama Napoli e anche Liverpool, dove Benitez dimorerà fino alla fine della pausa concessa alla squadra: magari con l’Inter la suspense tornerà viva, a maggior ragione dopo la resurrezione di Insigne con il Toro. Il duello si rinnova. E domani, nel frattempo, Dries chiuderà in Bosnia la parentesi delle Euro-qualificazioni con il Belgio: altra tappa di avvicinamento milanese. Altra chiamata con prefisso britannico?
Fonte: Corriere dello Sport
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