Terminati gli impegni dei nazionali (stasera vedremo quanto spazio darà il ct Prandelli a Insigne e Maggio nell’Italia impegnata a Londra nell’amichevole con la Nigeria) e l’ampio break concesso da Benitez agli altri giocatori, il Napoli si rimette al lavoro per centrare due obiettivi: qualificarsi agli ottavi di Champions e ridurre in campionato il distacco da Roma e Juve. La pesante caduta allo Juventus Stadium ha messo a fuoco problemi già noti, dalla stanchezza dei difensori, che sono pochi a causa degli infortuni e non possono tirare il fiato, alla discontinuità di Hamsik, che non riesce a mantenere il passo di inizio stagione. È apparso inferiore il grado di competitività degli azzurri nelle partite con Arsenal e Juve, ma i Gunners e i bianconeri sono top club ai quali il Napoli si sta progressivamente avvicinando: deve migliorarsi sotto l’aspetto della mentalità, perché le gare a Londra e Torino hanno evidenziato lacune caratteriali e a certi livelli bisogna essere forti anzitutto nella testa. Il calcio di Benitez è arioso, quindi può prevedere rischi per la difesa, soprattutto in una situazione di emergenza come questa, senza Zuniga e Mesto, quindi con pochissimi ricambi, dato che Cannavaro è di fatto fuori rosa. Rafa dovrà trovare il sistema per allentare la pressione sul reparto e su Reina, che – secondo le statistiche della Lega – è quarto nella classifica dei portieri con più parate nelle prime 12 giornate: 40 e non e’ normale per una squadra di vertice. I rischi possono ridursi in una partita correggendo eventualmente il modulo, ma alla riapertura del mercato va completato l’organico se l’ambizione del club è effettivamente puntare allo scudetto e ad una Champions d’alto livello. Il Napoli è l’italiana che ha fatto più punti in Europa e tra otto giorni a Dortmund avrà il matchball per la qualificazione agli ottavi: serve il pareggio contro il Borussia. Aspettando gli acquisti per irrobustire la rosa, si attende il riscatto di Hamsik, che da settimane manifesta disagi e non è più incisivo. Non dovrebbe avere la testa altrove, avendo giurato amore quasi eterno al Napoli, nè il ruolo di capitano dovrebbe pesargli più di tanto perché ha solida esperienza in sette stagioni, però dopo la brillante partenza in campionato si è fermato. L’allenatore gli lascia libertà di manovra e non gli affida compiti di marcatura, al contrario di quanto accadeva con Mazzarri in alcune partite. I suoi assist e i suo inserimenti in difese granitiche, come tutte quelle che aspettano gli azzurri, possono fare la differenza e regalare punti preziosi: per Marek è l’ora di riprendersi la ribalta.
Fonte: Il Mattino
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