Felici e contenti. Ed è ovvio che ieri, alla ripresa della preparazione di una stagione dai ritmi incessanti, sia stato così: sorrisi, complimenti e brindisi al primo posto. Vabbè, brindisi si fa per dire, perché di una cosa il Napoli di Mazzarri è consapevole: il campionato è talmente lungo e talmente complesso che specchiarsi sarà vietato fino all’ultimo istante. Vietato, vietatissimo. A maggior ragione dopo la trasferta di Catania che, sebbene cancellata dall’euforia delle tre sberle rifilate alla Lazio, dovrà fungere da monito ogni giorno. Concentrazione e lavoro, allora: domenica c’è la Samp, a Genova; poi si vola in Olanda per sfidare il Psv, giovedì; e domenica si replica con l’Udinese. Non c’è sosta, e non ci sarà fino a quella istituzionale per gli impegni delle nazionali, e dunque prima di dare spazio al vero turnover, ad Eindhoven, qualcosa cambierà: dentro Aronica, allora; e poi fuori Maggio per un briciolo di pausa dopo l’infernale periodo di super fatica tra Napoli e Italia. Due le ipotesi: o spazio a Mesto, che Mazzarri vuole inserire al più presto anche in campionato, oppure Zuniga dirottato a destra e Dossena rilanciato a sinistra. Un dubbio. Stop.
LA NORMALITA’ –
E allora, il giorno dopo l’aggancio alla Juve. Un giorno come un altro, magari cadenzato dalla convinzione che un testa a testa con una concorrente alla Champions sia andato in archivio con una prestazione eccellente, ma nulla più: il tecnico azzurro ha diretto la consueta seduta del mattino post partita, con lavoro di scarico, defatigante, per chi ha giocato mercoledì e poi programma più intenso e partitella per gli altri. Sorrisi di tutti e per tutti, certo, ma null’altro che serenità e lavoro, nel giovedì andato in scena al centro sportivo di Castelvolturno.
IL MESSAGGIO – E se dilaga la convinzione che Goran Pandev sia uno dei leader, anzi il leader della squadra, l’uomo che ha vinto tutto e che dunque ha la possibilità di indicare la strada giusta ai compagni, soprattutto a quelli più giovani, allora bisogna prendere per oro colato il messaggio pubblicato ieri sul suo profilo Facebook: «Grande Napoli? grande partita contro una fortissima Lazio! Con la testa subito a Genova?». Sì, gioia e concentrazione. Con la testa, come ha scritto il re macedone, la squadra è o comunque deve essere subito già proiettata alla trasferta di Marassi: la Samp di Ciro Ferrara, ex glorioso, è in palla, in forma, è seconda a tre punti dalla coppia di testa ed è ancora imbattuta proprio come Napoli e Juve. Guai sottovalutarla. Pandev lo sa e ha voluto scuotere i compagni.
SI CAMBIA – Tutti, nessuno escluso, a prescindere da quelli che poi effettivamente scenderanno in campo al Ferraris. La situazione non sembra essere particolarmente problematica, nel senso che in difesa dovrebbe tornare Aronica al posto di Gamberini, così da compiere il classico trio con Campagnaro e Cannavaro davanti a De Sanctis; poi, a centrocampo, Behrami e Inler verso la conferma e piccola rivoluzione sulle fasce: Maggio riposerà, e al suo posto Mazzarri sta valutando la carta Mesto con Zuniga, in grande spolvero, a fare ancora danni dall’altro lato. Se, però, il jolly ex Genoa non dovesse essere ancora ritenuto pronto, allora dirottamento del colombiano a destra e inserimento di Dossena a sinistra. In attacco, trio meraviglia: Hamsik, Pandev e Cavani. Ancora ai box Britos, fermo per un problema muscolare: l’uruguaiano sta procedendo nel lavoro specifico di un recupero che dovrebbe concretizzarsi dopo la sosta. Con la Juve a Torino.
IL PRESIDENTE – Per il resto, ieri a casa Napoli è arrivato anche De Laurentiis: il presidente s’è riunito con i suoi collaboratori e poi è andato via. Convocati in Nazionale Zuniga, Cavani e Hamsik per le partite di qualificazione al Mondiale 2014 del 12 e 16 ottobre.
Fonte: Corriere dello SPort
La Redazione
A.S.
