Un nuovo appuntamento in notturna al S. Paolo per la sfida “fratricida” che opporrà alle 20.45 di domenica Napoli e Genoa; un serale come avvenne poco più di un anno fa quando il 6-1 nel recupero della prima giornata del campionato 2011-2012 con il quale gli azzurri liquidarono i gemellati Grifoni, sancì l’esonero di Malesani. Stavolta in panchina ci sarà Ballardini, tecnico che ha subito preso le redini della squadra ligure guidandola al rocambolesco e contestato pareggio per 1-1 allo Juventus Stadium. Da allora solo due pesanti sconfitte all’Olimpico contro la Roma e in casa con il Milan per i rossoblù che ora, quartultimi a 27 punti, uno solo dal Siena in zona pericolosa, sono alla strenua ricerca di un risultato positivo nella serata napoletana.
“Il Napoli è forte, il Genoa ha fame”, è una frase che dice tutto: l’ha pronunciata Kucka, lo slovacco genoano, compagno in nazionale di Hamsik del quale dice: “Come vorrei fargli uno scherzetto…”. Intanto il numero degli indisponibili per Ballardini si è ampliato: oltre allo squalificato Manfredini (al suo posto giocherà Moretti) e all’infortunato capitano Rossi, mancheranno per colpa di problemi muscolari i difensori Ferronetti e Bovo, quest’ultimo anche compagno di squadra di Cavani a Palermo dal 2008 al 2010. In compenso ieri un’ecografia ha scongiurato danni seri per Tozser; non solo, rientrerà anche Vargas, il peruviano che fu accostato al Napoli quando, con la casacca rosazzurra siglò il 3-0 definitivo del Catania targato Zenga contro gli uomini allora guidati da Reja.
L’emergenza venutasi a creare in difesa potrà offrire una chance da titolare a Portanova che dichiara di avere Napoli nel cuore (sua moglie è di Arzano), ma di desiderare un altro gol decisivo come quello che segnò a dicembre, al rientro dalla sua squalifica di quattro mesi; allora vestiva la maglia del Bologna, guarda caso un’altra rossoblù. E il difensore romano di nascita ma partenopeo per amore va ad arricchire un Genoa che già di suo parla molto il napoletano vista la presenza in rosa di Borriello, Floro Flores e Immobile. Ballardini ha ripassato alcuni movimenti tattici con l’attaccante di San Giovanni a Teduccio che sarà la punta più avanzata davanti a Bertolacci, mentre l’ex scugnizzo del Rione Traiano che stravede per Cavani vivrà una domenica sicuramente emozionante nel tornare all’ombra del Vesuvio, ma quando si parla di Genoa non fa sconti a nessuno: “Dobbiamo pensare alla salvezza”. Si profila la panchina per lui come per il gemello di Insigne al Pescara di un anno fa, scatenatissimo protagonista all’andata, uno che “seppe far reparto da solo” come ebbero modo di dire i vari commentatori. Per Immobile la gara sarà ancora più speciale perché sarà la sua prima in assoluto al S. Paolo come giocatore:: “Prendevamo posto in Curva A molte ore prima della partita” – l’attaccante di Torre Annunziata si ricorda di sé stesso come tifoso ma appena parla di domenica prossima cambia radicalmente: “Frequentavo lo stadio da ragazzino e ora ci ritorno indossando la maglia rossoblù, quella del club più antico d’Italia: per me sarà un motivo di vero orgoglio”. E anche Matuzalem, probabilmente titolare nella mediana di centrocampo, può essere considerato un po’ partenopeo: militò certo in un Napoli diverso, quello che lottava in serie B per conquistare la massima serie poco più di 10 anni fa.
Adesso invece sono i liguri a dover scongiurare l’incubo retrocessione e a tal scopo nella giornata di oggi è arrivata una visita speciale a Pegli onde dar man forte alla squadra: il presidente Preziosi è rimasto a seguire le varie fasi dell’allenamento culminate in una partitella, prima di parlare a tu per tu con il tecnico Ballardini, il dg Foschi e il capitano Rossi. Per domani prevista una rifinitura e un riepilogo del lavoro di questa settimana, resa più importante da un avvenimento celebrativo: i 120 anni di vita del Genoa Cricket e Football Club. A tale scopo le Poste della Repubblica di San Marino hanno emesso un francobollo con l’effigie del Grifone che campeggia sullo sfondo della curva nord di Marassi, mentre a lato appare anche l’immagine del primo capitano della squadra, vincitrice del campionato nazionale nel 1989: James Spensley, un medico italiano di adozione ma nato a Londra. E a proposito di lingua inglese un altro illustre tifoso genoano di origine ligure la parlava, era Frank Sinatra; a rivelarlo è stato Giorgio Calabrese, autore di testi musicali: “Il motto del grande cantante era: «Ho due fedi: Genova e il Genoa».
Maria Villani
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