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Napoli flop ed ora rischia

Il sogno scudetto non lo ha cancellato la Juve, ma il Napoli con il ko a Verona. La squadra ha perso sul campo del Chievo dopo dieci risultati utili consecutivi, una serie che l’aveva tenuta a ridosso dei bianconeri e del primo posto. Il distacco è salito a 9 punti dopo la vittoria firmata da Giaccherini sul Catania al 92’. E adesso gli azzurri devono guardarsi alle spalle perché incalza il Milan.
Il Napoli è venuto inesorabilmente meno in queste settimane. Alcune cifre sono eloquenti: 1) Cavani non segna da otto partite e ieri ha fallito un rigore; 2) nelle ultime cinque gare di campionato sono stati segnati due gol, uno di Campagnaro (difensore) e l’altro di Inler (centrocampista); 3) per la quinta volta nelle ultime sette giornate la squadra è andata in svantaggio e in tre occasioni ha incassato il gol nel primo quarto d’ora (al 13’ Dramè a Verona). A proposito di numeri, nel negativo primo tempo contro il Chievo dieci palle perse rispetto alle due degli avversari. Ma dov’erano con la testa gli azzurri?
Alla vigilia Mazzarri aveva rivendicando i meriti della squadra. Una mossa alla Mourinho, che nei momenti di difficoltà cerca di attirare l’attenzione su di sè per non sovraccaricare di responsabilità i giocatori. Ma l’effetto non è stato quello spesso raggiunto da Mou: il Napoli ha avuto l’ennesimo approccio sbagliato alla partita. Se le ultime giornate di campionato dovevano essere undici finali, la prima è stata clamorosamente toppata. Merito anche del Chievo, che non vinceva da cinque turni: il suo allenatore Corini, centrocampista nel Napoli di Lippi vent’anni fa, ha studiato gli azzurri contro la Juve, ne ha colto i limiti e li ha sfruttati.
L’allenatore ha cercato di scuotere la squadra spostando il discorso sull’Atalanta, il prossimo avversario, da battere. Bastassero le parole. Bisogna ritrovare i gol, le motivazioni, pure l’orgoglio. Sembra non reggere più il 3-4-1-2. Servono anche appropriate soluzioni tattiche per superare la fase di impasse e finora Mazzarri non le ha trovate. Se, come ha sempre detto il tecnico, questa squadra non è Cavani-dipendente, come si può ovviare all’assenza di reti del Matador, a secco da 42 giorni? Adesso bisogna difendere il secondo posto e la fatica comincia a farsi sentire dai titolarissimi, tra cui Cavani e Hamsik. Loro, i campioni, non segnano e non sono incisivi. La squadra ne risente perché hanno offerto un elevatissimo contributo in questi anni tra gol e assist.
Preoccupa, in particolare, Cavani. Si è smarrito e il problema non può essere solo fisico. Non è più cattivo, il Matador, e si è visto ieri con quanta poca aggressività si sia presentato sul dischetto a mezz’ora dalla fine, quando sarebbe stato possibile riaprire la partita. Fino a gennaio era stato sempre lucido e spietato in area, poi la luce è diventata fioca. Poche settimane dopo la partenza di moglie e figlio per l’Uruguay (la signora Soledad ha nuovamente partorito venerdì) e mentre erano sempre più insistenti le notizie sui club spagnoli e inglesi interessati al suo cartellino.
Cos’ha Cavani? E cosa può finalmente farlo tornare il Matador che ha portato il Napoli in alto? Sono interrogativi che preoccupano come un rigore buttato al vento e come quei soli due punti in più del Milan.

Fonte: Il Mattino

La Redazione

M.V.

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