Un trionfo, in Champions a vele spiegate: il Napoli nella Grande Europa dalla porta principale ventun’anni dopo Maradona. In festa il popolo del San Paolo, scatenati gli azzurri nella gioia infinita di fine partita, conclusa con quel risultato che era già scritto (1-1 con i gol di Eto’o e di Zuniga nel primo tempo) e che ha rappresentato il passaporto per la squadra del cuore sbarcata nel calcio internazionale con le carte in regola e con tutti gli onori. La festa era iniziata già da un pezzo, cioè dal momento in cui il Napoli e l’Inter si sono guardate con rispetto, tirando i remi in barca, ormai paghe e soddisfatte: il triplice fischio ha poi dato il via ai pianti, agli abbracci, alle gioie, ai saluti alla voce, ai cori e al canto più bello, quello de ‘O surdate ‘nnammurate, intonato dalla gente del San Paolo mentre gli azzurri lanciavano nell’aria Walter Mazzarri, per riprenderlo a volo. Lui, il timoniere della squadra del cuore, lontano qualche metro dalla festa, finalmente commosso e con gli occhi pieni di lacrime, anche lui coinvolto nel giro di campo obbligato, per il saluto ai tifosi. E’ sembrato un addio, sarà stato l’addio preannunciato da un po’: baciava tutti i suoi ragazzi il Toscanaccio, come chi si congeda e va via. Sarà così? Forse sì, forse no, ma la strada intrapresa dal tecnico attraverso i suoi orientamenti espressi più volte, sembra portare alla conclusione della sua avventura azzurra. Il cerimoniale del suo addio si è svolto sotto gli occhi apparentemente impersonali del presidente Aurelio De Laurentiis, anche lui sul terreno di gioco, raggiunto dal patron poco prima di quest’ultimo appuntamento della stagione al San Paolo. Si sono stretti la mano, Mazzarri e il patron, ma non c’è stato quell’abbraccio che avrebbe potuto sancire una nuova e più forte alleanza.
«Grazie Mazzarri»
ha detto al microfono ai 60mila De Laurentiis, poi però ringraziamenti più calorosi ai tifosi,
«orgoglio di Napoli e la cosa più bella della città».
Adesso si volta pagina, ad horas ci sarà il chiarimento definitivo tra le due parti: il Toscanaccio riferirà al proprietario di Casa Napoli quali sono realmente le sue intenzioni, chiarirà quei dubbi e quelle perplessità che gli hanno fatto dire più volte in pubblico
«non so se resto…».
La Redazione
P.S.
Fonte: Leggo
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