Chissà se oggi, prima dell’inizio della partita, leggerà ai suoi giocatori ’A livella di Totò, come si racconta abbia fatto tre anni fa, prima dei playoff che poi avrebbero regalato la promozione in serie B al suo Varese. «I nobili sono Benevento e Cremonese, che hanno speso milioni per stare qui, noi siamo come il netturbino di Totò». Alla fine vinse lui. Giuseppe Sannino, nato a Ottaviano, napoletano nelle viscere ma non nell’accento, sfida per la sesta volta nella sua carriera il Napoli (ha vinto una sola volta ma era in Coppa Italia). Lui e Montella sono i due tecnici partenopei della serie A. «Avevo 12 anni. Papà aveva appena preso il posto in Fiat e ci trasferimmo tutti a Torino, rione Madonna di Campagna». Lo battezzarono «ciabattina»: segnava e dribblava, in strada, calzando della ciabatte. Quello per il nord, un biglietto di solo andata. Tre vite: da calciatore di quarta serie, da impiegato nella Asl di Voghera e infine, dal 1998, da allenatore. Prima di Palermo, non era mai sceso più al sud di Siena, il massimo per un «terrone» come lui. Uno che quando allenava il Pregocrema evitava di portare i figli allo stadio perché non sentissero che i tifosi lo chiamavano «Ecoballa napoletana». E che per questo, alla fine di quell’anno, invece di festeggiare la promozione in C1 restò in autobus e si dimise.
Napoli è nel suo cuore di bambino. «A Siena mi incantavo sentendo gli aneddoti che mi raccontava Calaiò sulle sue promozioni dalla C alla A con gli azzurri, oggi c’è Ciccio Baiano che ogni giorno me ne dice una su Maradona». Figurarsi se un tipo del genere, dunque, poteva temere i rischi di andare a vivere a Verona. E forse per sentirsi meno isolato, ha allargato la colonia di napoletani lì al Chievo: non c’è solo Sannino, ma ovviamente il suo eterno vice Ciccio Baiano, il ragazzo di Soccavo che incantava nel Foggia di Zeman e che si divertiva a fare da spalla a Batistuta nella Fiorentina. Poi ancora un altro Ciccio, Troise, lo scorso anno alla guida del Torrecuso in Eccellenza e adesso sbarcato nell’area tecnica del Chievo.
Gennaro Sardo è uno dei giocatori più amati dal pubblico giallolù ed è di Pozzuoli. A scanso di equivoci, il suo gol più bello lo ha realizzato proprio contro il Napoli, giusto per evitare che qualcuno possa rimprovergli troppo sentimentalismo. E da questa estate c’è anche un altro ragazzo di Pozzuoli, Riccardo Improta, 20 anni da compiere a dicembre, lo scorso anno alla Juve Stabia, acquistato dal Genoa che ora lo ha girato agli scaligeri. Insomma, più napoletani al Chievo che al Napoli. Chissà cosa succederà il giorno del derby con l’Hellas.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
L.C.
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