Un punto al Napoli, grazie ad una straordinaria parata di Morgan De Sanctis, al palo ed alla stanchezza, nel finale di partita, di Gomez. Al Milan ed all’Inter zero. La Roma non ha giocato; un solo punto alla Fiorentina, l’unica squadra che oggi, in Italia, gioca davvero a calcio. Vince solo la Juventus!
Conviene, tra tanta paura, restare calmi e solidarizzare con Walter Mazzarri, però avvisandolo di non farsi frastornare da nessuno.
Il Napoli, visto contro il Catania era tutt’altro da buttar via. Ho rivisto, con enorme sollievo, Aronica tenere Bergessio e ho parlato di sollievo perché se non fosse stato così la vicenda di Salvatore sarebbe diventata molto triste, anche se so che smettendo di fare il calciatore Aronica non è che sarebbe stato ridotto alla fame. Campagnaro ha fatto il suo con molta onestà; mi riservo solo, se Mazzarri non se ne dispiace molto, di ricordare al tecnico toscano che il ragazzotto argentino dimostra che la marcatura è mossa fondamentale del gioco del calcio di un difensore ed è l’unico difensore di passo rapido nella rosa che il Napoli ha presentato all’Uefa per l’Europa League. Il mitico Gianluca Grava è stato lasciato a casa per fare spazio al giovane Bruno Uvini, classe 1991. Anche Cannavaro sembra non proprio del tutto scaduto. De Sanctis ha riafferrato, da noi anticipato, la maglia azzurra che stava per sfuggirgli. (il 12 ottobre con l’Armenia ed il 16, a Milano, con la Danimarca).
Rientrando Britos, comunque le cose dovrebbero migliorare. Non esiterei poi a rilanciare con lui Fernandez, nel ruolo di difensore centrale. Domenica pare che rientri a Genova.
Il difetto, però notato, è la fregola da parte di tutti di andare a cercare gloria avanti. Ma a questo punto entrano in ballo i centrocampisti del Napoli; la posizione della squadra sul terreno di gioco sono i centrocampisti a darla. Se Inler, Dzemaili e Hamsik si dedicano anche loro ai raids offensivi è chiaro che tutti i reparti perdono la bussola e non rispettino più gli incarichi che sicuramente Mazzarri ha loro affidato.
L’equilibrio del Napoli, apparso brioso e piacevole contro Parma ed Aik, anche, se a volte, disinvolto, è dal centrocampo che deve essere fissato. Personalmente non avremmo incertezze nel dire a Dzemaili di diventare più misurato oppure sostituirlo con Behrami, l’unico incontrista nella rosa del Napoli, oltre al non ancora totalmente recuperato Donadel (è questo è il motivo che il reparto scouting del Napoli sta scandagliando il campionato italiano e quelli stranieri nella ricerca di un centrocampista incontrista e dalle nostre informazioni sappiamo per certo che uno dei riferimenti che ha segnalato Mazzarri è Biagianti dai tempi in cui Montella gli preferiva Izco. Potrebbe essere un’altra scommessa per il nostro allenatore). Ad Inler poi consiglieremmo di situarsi sulla linea a lui più congeniale, comandare e sveltire il gioco; ad Hamsik di spostarsi di quei cinque o dieci metri utili per una regia offensiva più accentuata. Ma a centro della squadra bisogna sempre che si vedano i laterali, che sono Maggio e Zuniga, con Inler vertice del triangolo. Nel finale a Catania, invece, quel 4–2–4, mai provato prima, ha dato il via all’anarchia tattica che stava per portarci ad una clamorosa sconfitta. L’anarchia tattica, per sommi capi, può anche risultare piacevole in qualche occasione ma alla lunga danneggia, logora, impoverisce.
Quadrata la base (in attesa che Cavani si restituisca al popolo nella maniera che il popolo desidera) andiamo all’attacco con le 3 ali, 3. Pandev, però, faccia la cortesia di non spendere tutto nella prima mezz’ora di gioco. Se n’è accorto che basta poco per diventare un ciuco? Hamsik e Cavani, poi integrino, come del resto abbiamo visto contro il Parma, il movimento di Pandev, non con altro movimento ma con la determinazione ed il coraggio. A Catania gli attaccanti del Napoli hanno giocato bene ma quasi con timidezza. Hanno avuto esitazioni in fase di fuga (tranne che sull’azione dell’espulsione di Alvarez). In area di rigore non hanno mai picchiato senza pietà: ha tantissime doti questo benedetto Napoli, oltre la gioventù, ma gli manca la decisione, la determinazione e l’aggressività della Juventus. Tiri fuori tutto questo: è il suo momento. Il passo di Insigne è buono; anche se il paragone con Lavezzi non regge; il correre dei due è diverso, santissima luce degli occhi. Lavezzi cammina quasi sempre su una strada sola; Insigne conosce invece i vincoli del gioco e li utilizza.
Il campionato è in piedi ancora; è molto stupida la posizione assunta da molti giornali nei confronti del Napoli. La Juventus non è compagine di giganti lontani e imbattibili come ha invece sostenuto nel dopo partita di Catania, il pur bravo ed onesto Legrottaglie. Non è vero affatto. Il Napoli, invece, ritrovasse il suo mazzolatore all’attacco, dopo il recupero di Britos, può largamente farsi rispettare. E’ una questione di morale, autostima, autoconvincimento e personalità.
Il Napoli rappresenta una squadra di calcio di una città che in molti ancora stentano a riconoscere come la prima città del meridione d’Italia. Roma sta cercando disperatamente di portarla a suo rimorchio, favorendo lo spostamento dell’asse meridionale, guarda caso proprio in Puglia. Questo discorsetto che parecchi giocatori del Napoli non capiranno ci terrei che lo afferrassero Mazzarri, che pure è toscano, e i napoletani Cannavaro e Insigne. Sì, da costoro anche un millimetro di difesa del buon prestigio campano si pretende.
Napoli non può restarsene pigra e oziosa a rimirare il Sud che si agita. Anche al calcio è affidata una parte! Sappia interpretarla il Napoli questa parte e i napoletani che vi giocano dentro abbiano la forza di imporre delle ragioni che non sono solo di palato sportivo. Bari da tempo e gliene sia fatto merito spinge e sfonda; la vecchia Napoli pigra ed oziosa non si muove. Non c’è un club campano, nemmeno quelli importanti come Juve Stabia e Sorrento, che abbia dal Napoli un sostegno o che dico una protezione.
Lo sport (ammesso che il calcio lo sia) affratella ma serve anche a dare degli svegliarini. La Campania arretra e nessuna voce si solleva a incoraggiare, a stimolare. Ricordiamo al Napoli queste pur apparentemente futili cose e auguriamoci che anche per questo si batta la Lazio.
NANDO TROISE
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