Lorenzino Insigne è entrato quando la partita era già scappata insieme alla Juventus. Mancavano 9 minuti alla fine, recupero compreso. Ha avuto solo un lampo, ma non di quelli che accecano. E’ scattato in contropiede insieme a Pandev che gli ha dato la palla al limite dell’area, un po’ troppo in là secondo il giovane attaccante, giusta giusta secondo il macedone che si è rivolto verso Cavani con l’aria di chi vuole ragione: “Quella palla era buona”. Fatto sta che Storari è arrivato un attimo prima, Insigne s’è fermato e l’occasione se n’è andata.
LE TRE PUNTE – Per mettere Insigne, Mazzarri aveva tolto Gamberini e schierato il Napoli col tridente. Hamsik era sceso sulla linea di centrocampo e Lorenzino era partito a sinistra. Era il tentativo finale, più atto di disperazione che concreta possibilità di riacciuffare una partita andata via, anzi, portata via dalla Juventus. Il Napoli si era spento, tramortito da quei centoventi secondi di sola Juve: se un attaccante entra in quelle condizioni tecniche e psicologiche deve fare il fenomeno per lasciare un segno tangibile della sua presenza.
SI SCALDA – Adesso però Insigne può diventare una risorsa importante per il Napoli in vista della sfida di domenica sera contro il Chievo. Da Torino, il tecnico livornese torna con qualche leggera perplessità sulla condizione di Goran Pandev, che pure era rientrato dopo una sola gara con la Macedonia, causa squalifica per la seconda gara. Non ha giocato al suo livello e non ha trasformato la Juve nel bersaglio preferito come invece era già successo in passato. In certi momenti, Pandev è sembrato distante dal senso vero della partita, tanto ché l’inserimento di Insigne poteva avvenire già prima, al posto del macedone, e non sullo 0-2 al posto di un difensore. Contro il Chievo, il ragazzino di Frattamaggiore potrebbe fare la sua terza apparizione da titolare. Il Napoli ha bisogno di freschezza, di idee, di esuberanza in attacco. Ieri, a Torino, s’è visto poco di tutto questo.
RIVOLUZIONE DIFFICILE – Pensare a un Napoli con Insigne, Cavani e Pandev più Hamisk sulla linea di centrocampo è oggi molto difficile. E’ vero che si tratta di tre attaccanti che lavorano sodo per la squadra (l’esempio è Cavani), ma schierarli tutte e tre insieme dall’inizio può essere pericoloso, a maggior ragione dopo una sconfitta come questa. Contro il Chievo, tutti avranno voglia di vincere la partita prima possibile, saranno impazienti e troppo vogliosi di lasciare un segno personale. In questi casi, invece, c’è bisogno di molta attenzione, di sangue freddo, di capacità di analisi.
DENTRO LORENZINO – Ecco perché è probabile che Insigne entri al posto di Pandev e al fianco di Cavani. Ieri era carico per la qualificazione della Under 21 alle finali europee (gol alla Hernanes, quello di ieri, contro la Svezia a Kalmar) e a metà novembre, quando l’Italia giocherà in amichevole contro la Francia, Prandelli lo chiamerà insieme al suo ex compagno Verratti. Prima, però, Insigne deve dimostrare che la sua crescita non si è fermata e può farlo sia in campionato che in Europa League. Al San Paolo ha già segnato contro il Parma, ha bisogno di altri gol, di altre affermazioni per continuare a salire, a migliorare e a conquistare altro spazio. Ma anche il Napoli ha bisogno di lui nel momento della ripartenza. Deve trovare nuovi gol, come l’anno scorso aveva quelli improvvisi e fulminanti di Lavezzi. Non è facile sostituire l’argentino, ma Insigne non può attardarsi. Deve correre, deve giocare, deve segnare. Col Chievo, lui ci spera, potrebbe essere l’occasione buona.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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