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Napoli e le sue creature: quanti ex azzurri nel mondo del calcio

Dove sono gli ex? Un altro metodo per misurare il prestigio di un club

Che Napoli sia sempre stata una fucina di talenti è fuori discussione. Molti calciatori si sono susseguiti nel tempo ed altrettanti sono coloro che hanno regalato gioie ed emozioni non solo al pubblico napoletano ma anche agli amanti di questo sport.

Spesso è capitato di poter ammirare le gesta di giovanotti, figli (talvolta adottati) di questa città anche quando hanno appeso le scarpette al chiodo. I vari Juliano, Improta, Montefusco, Bianchi si sono resi protagonisti anche quando hanno ricoperto ruoli dirigenziali. Totonno si è occupato della direzione sportiva nella stagione ’84, quella che coincise con l’arrivo di Maradona, che a sua volta fu allenato proprio da Ottavio Bianchi. Improta invece meglio conosciuto come il baronetto di Posillipo dopo la carriera di calciatore ha anche allenato. Juve Stabia, Savoia Catanzaro (dove ha ricoperto anche un ruolo dirigenziale), ma mai a Napoli a differenza di Enzo Montefusco che prima ha allenato la primavera e poi la prima squadra. Nello stesso periodo la porta del Napoli, fu difesa da uno dei portieri più forti della storia del calcio: Dino Zoff.

Il calciatore friuliano divenne campione del Mondo nel 1982,  alla veneranda età di 40 anni, quando era un calciatore della Juventus. Prima di loro avevano militato all’ombra del Vesuvio fuoriclasse dal calibro di Sivori,  ‘core ‘ngrato’ Altafini, che oggi è un famoso commentatore televisivo, Amadeo Amadei e Luis Vinicio, entrambi prima calciatori poi allenatori. Vinicio ha allenato tra le altre anche Avellino e Lazio.

Tuttavia il calciatore che ha regalato più gioie al popolo napoletano con la vittoria dello scudetto e di altre coppe è stato Maradona.

Una volta terminata la sua travagliata seppur fantastica carriera, Diego ha deciso di allenare riuscendo a guidare la sua nazionale in occasione degli ultimi campionati del mondo, ed oggi dopo una parentesi in Arabia, è alla ricerca di una panchina.

Faceva parte di quello stesso Napoli, di quello stesso ciclo, un certo Careca attaccante brasiliano che forse non ha ricevuto tutto quello che gli spettava dal mondo del calcio per quanto era forte e spietato sotto porta. Questo è il prezzo che si paga quando si gioca in una squadra che tutto è tranne che ricca e potente. Oggi Antonio de Coimbra è uno dei talent scout più bravi e conosciuti del Sud America. Ha insistito più volte negli ultimi anni affinché la dirigenza del club partenopeo (dove figura il figlio di Albertino Bigon suo allenatore ai tempi del tricolore alle falde del Vesuvio, ) acquistasse l’attaccante brasiliano Damiao. La dirigenza non ha seguito il suo consiglio, ma nel frattempo il ragazzo ha fatto vedere buone cose. Quando si parla del Napoli di Maradona e Careca, non possiamo non ricordare Andrea Carnevale, attualmente osservatore dell’Udinese e Bruno Giordano, che ha anche allenato in serie A sulla panchina del Messina.

Dopo pochi anni nel Napoli arrivò un ragazzino niente male, che prometteva molto bene, infatti non si è smentito. Quel folletto scoperto da Luciano Moggi e pagato 2 miliardi di lire, è stato un vero e proprio ambasciatore del calcio italiano all’estero. Stiamo parlando di Gianfranco Zola, che dopo aver guidato West Ham, Nazionale di calcio italiana Under-21 ed Under-16, ora è alla guida del Watford, dopo aver scritto da calciatore la storia del Chelsea pre-Abramovich.

In tema di attaccanti è giusto citarne un altro che ad essere onesti non ha contribuito a scrivere la storia del club come i suddetti calciatori, ma nel suo piccolo ha comunque lasciato un buon ricordo tra la gente che popola il San Paolo, tant’è che poche settimane fa gli è stato dedicato uno striscione con un invito a non mollare. Stiamo parlando di Carmelo Imbriani,. attuale allenatore del Benevento, che sta lottando la sua partita più difficile contro una bruttissima malattia. Approfittiamo per esprimere la nostra vicinanza all’ex numero 11 azzurro.

A proposito di Benevento, chi di voi ricorda il terzino Raffaele Sergio? Beh anche lui dopo la carriera di calciatore, ha allenato il Benevento in serie C ed oggi siede sulla panchina della Viterbese dopo le esperienza con Nocerina ed Aversa Normanna.

Tornando ai tempi della Ma.Gi.Ca, allora figurava nel vivaio del Napoli un promettente Ciccio Baiano, che in questi ultimi anni ha seguito mister Sannino prima al Siena poi nella meno fortunata esperienza palermitana, e da calciatore ha giocato con Foggia, Fiorentina ed Empoli. In Lega Pro, alla guida del Latina (lo scorso anno il Gubbio) in corsa per la conquista della promozione in cadetteria, c’è Fabio Pecchia, protagonista del Napoli che sfiorò la vittoria della Coppa Italia.

C’era anche Nicola Caccia, che arrivò con tante belle speranze dal Piacenza in compagnia di un’ala destra vecchio stampo: Francesco Turrini. Il primo oggi collabora con la Fiorentina, mentre il secondo con le giovanili del Parma.

Sulla linea mediana, il Napoli che fu anche di Boskov, poteva contare su Alain Boghossian, roccioso centrocampista francese che attualmente è vice di Laurent Blanc sulla panchina della nazionale transalpina. Blanc giocò solo una stagione a Napoli, salvo poi tornare in Italia qualche anno dopo (e dopo aver vinto tutto con la sua nazionale) nelle fila dell’Inter e segnare una splendida rete al ‘Meazza’ proprio contro i partenopei.

Nel Napoli post-Diego la palma del trequartista ha riguardato anche Paolo Di Canio, che dopo aver chiuso la carriera  in quella che definisce la sua squadra del cuore, la Lazio, comincia ad allenare in Inghilterra allo Swindon Town.

Un altro numero dieci fu Benny Carbone (famosa una sua canzone con un giovane Gigi D’Alessio). Il fantasista calabrese ha girato molto, giocando anche in Inghilterra ed addirittura a Sydney dove segnò 2 goal in 3 partite. Ora allena in Valle d’Aosta dopo le esperienze con Pavia e Varese, dove c’è il ds Mauro Milanese, terzino sinistro fludificante, che regalò una preziosa vittoria contro il Verona, con un bolide dal limite dell’area. Benny Carbone ha condiviso il reparto avanzato con un uruguaiano che divenne famoso per aver siglato cinque goal in coppa Uefa a Valencia e che risponde al nome di Daniel Fonseca, oggi procuratore sportivo di molti validi calciatori uruguaiani.

Il Napoli purtroppo poi è stato mortificato e i suoi tifosi umiliati quando ha conosciuto l’inferno della serie B nel 1998.

Eppure quel Napoli fu costruito per giocarsi il suo campionato, sicuramente non per vincerlo ma aveva dei buoni elementi come un giovane e promettente Claudio Bellucci oggi allenatore delle giovanili della Lodigiani, Igor Protti capocannoniere del torneo precedente e che oggi si occupa di scouting per il calcio Catania. Sulla mediana in Napoli aveva Rossitto, che era persino entrato nel giro della nazionale, proveniente dall’Udinese, dove l’ex centrocampista azzurro ha allenato la Primavera fino alla scorsa stagione.

La promozione con il tecnico Novellino nel ’99-2000 è stato l’unico momento felice in un decennio complicato. Il cammino del Napoli fino al 2004 è stato altalenante, ma anche nella storia recente  ci sono stati e ci sono tutt’ora calciatori interessanti. Al primo anno in serie C ad esempio, il d.g. Pierpaolo Marino tornato a Napoli dopo una lunga trafila all’Udinese e che prima ancora aveva lavorato sempre a Napoli al fianco di dirigenti come il compianto Italo Allodi e l’allora presidente Ferlaino, allestì in pochi giorni una buona squadra, dove figurava tra gli altri un 18enne Ignazio Abate che già faceva parlare molto bene di se. Il Napoli poi acquistò il bomber Calaiò, che con i suoi goal ha contribuito a due promozioni, dalla C alla B e poi dalla B alla A. L’attaccante palermitano poi, fu ceduto ed ancora oggi con la maglia del Siena spesso marca il cartellino, ed a Napoli arrivò Ezequiel Lavezzi.

La favola del Pocho è storia recente. Nella scorsa sessione di mercato l’argentino è stato venduto dal club di Aurelio De Laurentiis al Paris Saint German per ben 30 milioni di euro (Marino lo pagò appena 6 milioni). Riguardo agli allenatori, negli ultimi anni molti ex azzurri hanno fatto il proprio esordio su panchine di serie A come Massimiliano Allegri, che militò durante uno dei periodi più bui della storia del Napoli. Arrivò per volere di Galeone, che fu il quarto allenatore in una sola stagione sulla panchina degli azzurri. Il centrocampista toscano è diventato campione d’Italia due anni orsono, alla sua prima stagione sulla panchina del Milan, dopo due anni alla guida del Cagliari in Serie A ed esperienze nelle serie minori alla guida di Sassuolo e Grosseto.

Anche Carrera ha esordito sulla panchina della Juventus come secondo del tecnico Antonio Conte. Il difensore ex Atalanta, ha giocato mezza stagione con la casacca numero 40 del Napoli. Molto spesso ahinoi, calciatori e dirigenti dopo aver fatto molta gavetta a Napoli, hanno fatto le fortune di altre squadre. Questo trend negli ultimi anni però sembra essersi quantomeno rallentato, grazie ad una più chiara e stabile situazione societaria. Speriamo che un giorno i tifosi azzurri non dovranno rimpiangere anche quei calciatori che in questi anni stanno permettendo al Napoli di lottare per traguardi importanti. I vari Cavani, Hamsik rappresentano il presente, Lorenzo Insigne il futuro. O almeno si spera.

Michele Dolgetta

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