Da domenica primo aprile a domenica 20 maggio, in 50 giorni si saprà tutta la verità. Un ponte variegato, denso di significati, di botta e risposta, collega il Napoli alla Juve, ma alla fine tutto sarà chiaro e le nebbie si dissolveranno: dai campioni d’Italia in prima istanza, all’identità di coloro i quali solleveranno la Tim Cup sotto i riflettori dell’Olimpico. Una questione tra lui e lei, quest’ultima, ennesimo capitolo a venire di una storia di rivalità, colpi ad effetto, risvolti sorprendenti che sanno di magia e leggenda. Una storia a parte, con un leit-motiv unico ed immortale nel tempo. Una storia senza fine.
OBIETTIVI – Quattro giorni ancora ed ecco servito il primo “heat”, quello del campionato. Il Napoli ha ora ben inquadrato nel mirino il terzo posto, che vuol dire Champions. La Lazio è lì, a tre lunghezze, mentre alla Juve ne mancano quattro per la testa della classifica. Certo, due obiettivi ben diversi, ma che potrebbero dare un senso preciso alla stagione delle contendenti. E perciò, venga pure avanti Juve-Napoli parte prima, perché se le motivazioni dei bianconeri sembrano preminenti rispetto a quelle degli azzurri (ma solo in questa circostanza), c’è da giurare che il Napoli andrà a Torino con la voglia matta di sgambettare la Vecchia Signora. Come è successo e succederà sempre. E poi anche al Napoli servono punti, poiché a questo Napoli che ha affondato il Mancester City ed il Villareal e messo alle corde il Chelsea, non può bastare l’Europa League. Diciamocelo francamente: ci vogliono prima la Champions e poi la Coppa Italia, tanto per gradire, per rifarsi la bocca, ed incorniciare anche quest’annata.
RITORNO AL PASSATO – Ed ecco che quel ponte di 50 giorni va a dilatarsi sino a diventare lungo quasi 22 anni. Quell’ultimo trofeo messo in bacheca il primo settembre del ’90, la Supercoppa italiana, il Napoli a chi lo strappò? Ma alla Juve, naturalmente… Intrecci particolari, aneddoti da raccontare, sempre e comunque nella storia delle due società. Ci furono le doppiette di Careca e Silenzi ed il gol di Crippa da un lato, e quello della “bandiera” di Roberto Baggio dall’altro. Su tutti il genio di Maradona, per un 5 a 1 ancora ridondante. A volte, si sa, la storia si ripete (con i debiti scongiuri…) E, se vogliamo restare ancora in tema Coppa, c’è un intermezzo da non tralasciare. Nell’agosto del 2006, gli azzurri neo-promossi in B stesero i bianconeri proprio in Coppa Italia (terzo turno) replicando con Cannavaro al gol di Del Piero. Poi la storica vittoria ai rigori per 5 a 4. E, se vogliamo spararne altre a getto continuo, si potrebbe parlare della punizione del Pibe a Tacconi (novembre ’85), che sbugiardò le leggi della fisica e decise la partita. E poi, al Comunale, il 3 a 1 nell’anno dello scudetto, ed il 5 a 3 griffato Careca l’anno successivo. Juve messa sotto anche nel passato prossimo. Napoli-Juve 3 a 1 due volte, nel 2007 e 2010 e poi l’emblematico 2 a 3 in rimonta a Torino, con doppio Hamsik e Datolo (2009). Una delizia…
IL PRESENTE – L’immediato però è Juve-Napoli di campionato , in quello Juventus Stadium sempre più roccaforte per Conte ed i suoi, uno stadio che, vista la prolungata imbattibilità dei bianconeri, tutti vorrebbero espugnare. Si parte dal 3 a 3 casalingo del 29 novembre, risultato beffardo per gli azzurri che, per due volte in doppio vantaggio, si sono fatti rimontare in undici minuti. Qualche similitudine col fresco capitolo-Catania, anche se le palle inattive e le “incornate” c’entrano poco. E Mazzarri in quell’occasione si sarà limitato a pensare che qualche porta doveva pur essere strapazzata. Un pensiero non violento, ma simbolico…
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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