Mai fotografia fu così premonitrice. E a casa Immobile a Torre Annunziata la conservano come una reliquia: in primo piano il piccolo Ciro, quattro anni, alle sue spalle il giovane Alessandro Del Piero con la tuta della nazionale militare. Un’immagine di diciotto anni fa, bella da vedere nel giorno in cui Alex, in Australia, festeggia 38 anni e viene sommerso dagli auguri di tutta Italia, anche quella che non ha fatto il tifo per lui, e Ciro Immobile, 22 anni, si prepara a giocare con il Genoa una delle partite più difficili della stagione: quella contro il «suo» Napoli.
Mai fotografia fu così premonitrice. Perché nel 2008, dopo essere cresciuto nelle giovanili del Sorrento e aver segnato 30 reti nell’ultima stagione con la formazione Allievi, il diciottenne Ciro viene acquistato, sponsorizzato da Ciro Ferrara, proprio dalla Juve di Del Piero per giocare nella Primavera e vincere subito, nel febbraio 2009, il Torneo di Viareggio con due doppiette in semifinale e in finale. E per debuttare in serie A, il 14 marzo, nei minuti finali della partita interna con il Bologna. Al posto di chi? Ma di Del Piero, naturalmente. Come da destino, segnato da una fotografia. E reiterato anche in Europa, quando il 25 novembre Immobile debutta nella Champions League in Bordeaux-Juventus (2-0), subentrando ancora una volta a Del Piero.
Ma il destino fa anche strani scherzi. Perché ti immagini che nella stagione in cui il grande Alex va via dalla Juve, a Torino possa arrivare proprio Immobile, reduce da una trionfale stagione nel Pescara di Zeman, al fianco di Insigne, con 28 reti segnate in 37 partite. E invece, il Genoa, che a gennaio aveva fiutato l’affare e aveva acquisito la metà dell’attaccante, in estate rinnova la compartecipazione con la società bianconera ottenendo anche il diritto di riscatto. Un colpo da maestro da parte di Preziosi, abilissimo nella ricerca e nella valorizzazione dei giovani talenti italiani, come insegnano i vari Destro, El Shaarawy, Longo.
Immobile arriva al Genoa con la fama di bomber implacabile, valorizzato dal gioco offensivo di Zeman, che gli aveva messo al fianco Insigne e Sansovini. E trova in attacco il «figliol prodigo» Borriello. L’inizio per Ciro è ottimo: il 26 agosto segna subito al Cagliari ed è il suo primo gol in serie A, poi un assist contro il Catania ed ecco la Juve a Marassi. Un giorno importante. Immobile promette un gol contro la squadra che, a sorpresa, non gli ha dato fiducia e, dopo averne sbagliato uno clamoroso, lo segna. Una rete bellissima e difficilissima. Che non basta, però, perché i campioni d’Italia poi vincono 3-1 a Marassi. Due reti in tre partite, la media è di quelle che fanno alzare subito la valutazione di un attaccante. Soprattutto se sommate a quelle segnate nell’Under 21 di Devis Mangia che regalano la qualificazione alle finali europee.
Ma le difficoltà del Genoa di De Canio prima e di Delneri nelle ultime tre giornate appannano anche l’estro offensivo di Immbolie, ormai a secco in campionato proprio dalla partita con la Juve. Domani ecco per la prima volta in campionato la sfida con il Napoli del suo amico Lorenzo Insigne, che diventerà presto papà come lui; il Napoli che un pensierino su di lui in estate lo aveva fatto. Il Napoli per cui tifa e per il quale tifano la sua famiglia e i suoi amici a Torre Annunziata, per un giorno divisi tra la fede azzurra e l’affetto per Ciro. Il cui destino era, a quattro anni, in una foto premonitrice.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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