Ha sorpreso i tifosi napoletani per la sua adattabilità in più ruoli; per la rapidità di adattamento; per le sue qualità tecniche e tattiche. Ma Henrique Adriano Buss, semplicemente noto come Henrique, non ha sorpreso Benitez, che lo conosceva dai tempi del Bayer Leverkusen e del Racing Santander, tantomeno la critica brasiliana e per nulla la torcida del Palmeiras che scese in strada quando seppe che il protagonista del ritorno nella massima serie era stato ceduto al Napoli proprio nell’anno del centenario. Di Henrique avevano parlato bene in tanti, immediatamente dopo il suo ingaggio, da Careca a Faustino Canè, ma per i tifosi partenopei era pur sempre un calciatore pescato nella seconda divisione brasiliana. Poi, la sorpresa, un vero e proprio crescendo nel giro di pochissime apparizioni: dall’esordio nella semifinale di Coppa Italia con la Roma allorché subentrò a Jorginho nei minuti finali, al debutto a Sassuolo, rilevando Hamsik a dieci minuti dal termine; dal primo gol in serie A in quel di Catania, alla splendida prestazione contro la Juventus. Ed in ruoli sempre diversi: centrale difensivo, centrocampista, esterno destro di difesa. In pratica, un elemento preziosissimo in una squadra impegnata su più fronti.
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