Sabato sera è bastata una prestazione appena sufficiente ad avere la meglio di un Novara rimaneggiato e a tratti imbarazzante.
Sul piano del gioco il Napoli non ha fatto notare miglioramenti apprezzabili e anche la settimana di riposo extra, per la prematura scomparsa del compianto Morosini, non ha ricaricato le batterie ad una squadra che appare ancora stanca.
Le notizie positive sono arrivate dal rientro dei due esterni titolari, che da soli hanno saputo ridare una fisionomia al Napoli, e dal convincente scampolo di partita giocato da Edu Vargas.
Una partita fatta di luci, poche, e ombre, sempre le stesse. Era fondamentale tornare a vincere e a fare punti; in un fine campionato segnato da estremo equilibrio questa potrebbe essere una considerazione sufficiente ad archiviare ogni ulteriore commento alla gara con i piemontesi, ma sfide ben più impegnative attendono la squadra di Mazzarri ed è giusto non illudere i tifosi che tutti i problemi del Napoli siano stati di colpo risolti. Le prossime difficili trasferte di Lecce e Roma diranno se il Napoli sarà in grado di riacciuffare un campionato che sembrava compromesso ma che per un preoccupante livellamento verso il basso è ancora aperto ad ogni risultato. Nelle ultime sei gare le cinque squadre in lotta per il terzo posto viaggiano ad una media salvezza (Lazio 7 punti, Udinese 6, Napoli 5, Roma e Inter 9, nda), realizzando meno punti di squadre come Lecce e Siena (10, nda). Acciuffare il terzo posto è ancora molto difficile ma non impossibile. Rimediare così agli errori d’inesperienza commessi quest’anno è un’occasione da non perdere per rilanciare il progetto di crescita di squadra e società.
Sul piano tattico la partita è stata agevolata dai due macroscopici errori del Novara che hanno permesso al Napoli di gestire con tranquillità il vantaggio contro una squadra apparsa incomprensibilmente impegnata più ad evitare una goleada che a provare a pareggiare.
L’assenza di Lavezzi ha tolto imprevedibilità all’attacco ma restituito un po’ di corsa al centrocampo con l’innesto di un volenteroso Dzemaili. La presenza dello svizzero ha assicurato maggiore libertà ad Inler apparso in ripresa. Se sul piano del dinamismo si sono visti miglioramenti, non si può dire lo stesso della qualità del gioco. La manovra è ancora lenta e prevedibile, nonostante la maggiore tecnica assicurata da Zuniga sulla sinistra e i pericolosi inserimenti di Maggio sulla fascia opposta. L’assenza dei due esterni titolari si è dimostrata un peso insormontabile per una squadra che fatica a cambiar pelle.
Controversa, poi, è stata la gestione della partita da parte di Mazzarri. Poco condivisibile, ad esempio, mi è parsa la gestione dei cambi. Alla luce di una partita ormai in discesa, sarebbe stato più opportuno anticipare almeno due cambi concedendo un po’ di riposo a calciatori stanchi o in ripresa da infortuni. Dossena avrebbe potuto far rifiatare il rientrante Maggio, spostando Zuniga a destra, e Vargas cogliere un’occasione ideale per continuare nel suo processo d’inserimento nel nostro campionato. La gestione del cileno, un po’ come quella di Fernandez, sfugge ad ogni logica.
Vargas ha sicuramente bisogno di adattarsi ad un tipo di calcio molto diverso da quello sudamericano ma solo giocando con più continuità potrà dimostrare il proprio valore. Nove spezzoni di partita, il più delle volte con il Napoli impegnato in tentativi di rimonta contro squadre chiuse in difesa, non hanno permesso al cileno di giocare in situazioni ideale per sfruttare le sue qualità di corsa. Nei quindici minuti concessigli contro il Novara, Vargas ha però mostrato un atteggiamento molto diverso da quello svogliato visto nelle precedenti partite. Giocate più semplici e tanta corsa, anche in fase difensiva, sono segnali incoraggianti. Il Napoli potrebbe aver trovato il suo primo acquisto per il futuro.
Un futuro che non appare certo per quanto riguarda Mazzarri. Nonostante il prolungamento del contratto di Aronica e quello sempre di Bigon sembrino suggerire la permanenza in azzurro del tecnico toscano, ma le sue dichiarazioni e l’atteggiamento meno combattivo rispetto al passato rendono il finale ancora tutto da scrivere. Le trattative tra società e allenatore sembrano ancora aperte e giunte alla fase decisiva. Il piazzamento in campionato e la finale di Coppa Italia saranno fattori determinanti per decidere se Mazzarri guiderà ancora Napoli nel prossimo ciclo.
Un ciclo che dovrà ripartire sul superamento degli errori commessi quest’anno. Per riuscirvi c’è bisogno di nuovi stimoli e di un progetto tecnico innovativo. Una soluzione di compromesso rischierebbe di vanificare l’intero progetto di crescita del Napoli, rilanciando l’immagine di un club che non sa vincere né liberarsi di vecchi cliché. Per la società giunto il momento di scegliere. Per il Napoli quello di provare ad essere grande.
Pompilio Salerno
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