Dal 2-3 contro il Bologna il Napoli ha saputo inanellare cinque vittorie e un pareggio, demolendo la Roma o superando squadre ostiche come il Parma e il Catania. Una prova di maturità che non permette più di nascondersi troppo, nel pur difficile inseguimento alla Juventus e al primato.
Giusto continuare a guardare solo a se stessi, ma non è più legittimo fingere di non vedere il primo posto, che è lì a portata di mano: non tanto per la classifica, ma per il valore che attualmente il Napoli ha saputo dimostrare, dopo un fine 2012 troppo altalenante. Certamente hanno influito – come lo stesso Mazzarri ha fatto notare – la mancanza di impegni infrasettimanali e la possibilità di preparare con calma le partite di campionato. Con la lucidità e la freschezza atletica conseguenti, molti dei problemi degli azzurri sembrano risolversi: il ritmo di gara è tornato quello arrembante di un tempo; la corsa senza palla è di nuovo intensa e gli inserimenti puntuali; i ripiegamenti difensivi e il pressing sono impeccabili. Contro il Catania, un giocatore come Zuniga – talvolta in difficoltà di condizione nei mesi scorsi – è stato straordinario nel gestire il suo avversario di fascia, Barrientos, perdendoselo solo una volta per distrazione (Napoli graziato dall’errore dell’argentino davanti alla porta). Per il resto il colombiano ha corso per tutta la gara, recuperando palloni cruciali in difesa ed affacciandosi anche in avanti (suo il tiro-cross per il gol del vantaggio di Hamsik).
Il Catania ha saputo dare filo da torcere a qualsiasi avversario, e ieri ha dimostrato ancora una volta la propria organizzazione di gioco. Ma anche in questo caso il Napoli è stato in grado di far valere una certa superiorità tecnica, unita al cinismo e alla concretezza tattica. Hamsik è stato come sempre esemplare nel modo di spaziare sulla trequarti, Cavani apriva la difesa siciliana allargandosi sulla destra, e rinunciando così alle occasioni personali per il bene della squadra. E quando al 55′ ha perso una palla sbagliando un tocco, è tornato come una furia a pressare fino alla propria trequarti. E intorno al 65′ il “Matador” ha esibito una mezza rovesciata in spaccata… ma nella sua area di rigore, a spazzare via il pallone. Anche Pandev ripiegava spesso – stavolta a sinistra – per dare una mano ai suoi nella manovra o per aiutare la squadra a uscire, quando il Catania attaccava. È il segnale di un undici affiatato e compatto, di una formazione in cui ogni elemento è prima di tutto votato al sacrificio per la squadra, alla collaborazione con i compagni. È il frutto di uno spogliatoio unito e devoto alla causa, e questo è senza dubbio merito di Mazzarri.
Il tecnico azzurro ha smentito le previsioni della vigilia e non ha scelto un cambio di modulo, forse memore degli esperimenti novembrini e dicembrini (pur a partita in corso) che non hanno dato, spesso, gli esiti sperati. Si pensava a una difesa a quattro per arginare il tridente catanese, ma in fondo il 3-5-2 poteva essere persino più efficace se i due di fascia, Zuniga e Mesto, avessero reso come poi hanno fatto. Cinque uomini in difesa in fase di non possesso, cinque a centrocampo in fase di costruzione: le due ali si sono prodigate e hanno dato tutto affinché questo meccanismo funzionasse. Al centro del campo, il ritorno di Behrami ha dato le solite garanzie, mentre anche l’impiego di Dzemaili al posto di Inler è sembrato azzeccato. Pandev ha giocato tantissimi palloni e corso molto – ed è un buon segno – ma di palle ne ha perse quasi altrettante, sbagliando troppo spesso la misura dei passaggi.
Nonostante l’intesa imperfetta e gli errori negli appoggi in fase conclusiva, il Napoli ha saputo prevalere su un Catania combattivo e ben messo in campo. L’undici di Maran è stato per tutti i 90′ estremamente aggressivo: asfissianti il pressing e il ritmo, ma anche troppi falli, a dire il vero. Nella ripresa, per recuperare lo svantaggio il tecnico dei siculi ha cambiato modulo, passando ad un 4-2-4 con Izco e Barrientos larghi e Gomez accanto a Bergessio. Ma oltre ad un gol annullato a quest’ultimo (giustamente), il Napoli non ha concesso grosse occasioni agli ospiti. Altri tre punti, altra vittoria preziosa ed altro carico di fiducia per Mazzarri e i suoi giocatori, che devono continuare su questa strada: pensare alle singole partite, dare il massimo sul piano atletico e della concentrazione, giocare con convinzione e agonismo e credere nei propri mezzi. Una strada che potrebbe portare a belle soddisfazioni.
A cura di Lorenzo Licciardi
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