NAPOLI – I numeri non mentono e spesso sono impietosi. Nella speciale classifica dei gol subiti in campionato il Napoli è solo tredicesimo, così lontano dalla vetta da far sembrare un miraggio la zona Champions. Per fortuna la classifica reale è diversa e il terzo posto è ancora azzurro, ma pesano come macigni le 17 reti subite in 14 partite dalla squadra di Mazzarri.
Un numero negativo che stride con i 19 gol firmati dal tridente azzurro. Un numero che infila il Napoli in un gruppo di club meno blasonati, al pari del Brescia, peggio di difese più o meno accorte come quelle di Parma, Cagliari, Genoa, Catania, per citare le squadre meno famose.Uno sbilanciamento, un movimento ondulatorio preoccupante, una diversità netta di rendimento tra attaccanti e difensori: il reparto arretrato del Napoli si propone oggi con medie-voti per niente esaltanti; qualcuno supera di poco la sufficienza, in tanti sono in zona mediocrità, a conferma che qualcosa non va.
Cinque gol al passivo nelle ultime due trasferte e azioni e reti subite in fotocopia, come quelle di Zarate con la Lazio e di Sanchez con l’Udinese. Le solite terribili verticalizzazioni, i lanci in velocità che la difesa azzurra a tre, larga e non velocissima, soffre maledettamente. E vengono in mente i gol di Barreto, di Pellissier, sempre in velocità, in verticale, in ripartenza. Al di là dell’impegno di Santacroce, che comunque cresce, la musica davanti a De Sanctis non è cambiata, nè con l’italo-brasiliano nè con Grava sulla destra. Preoccupano però soprattutto le medie voto di Campagnaro e Cannavaro, i due difensori che hanno giocato più di tutti (14 e 12 partite) e che non raggiungono la sufficienza. Meglio Aronica, che però ha giocato solo otto gare in campionato. Cribari ha invece solo tre presenze. Inutile girarci attorno: il colpo di mercato a gennaio non può che essere un difensore mancino. La priorità è alta, lo dicono i numeri più che le sconfitte.
La Redazione
f.c.
