Turbato, piuttosto teso, taciturno. Così è apparso ieri Aurelio De Laurentiis nel corso dell’incontro avvenuto tra una delegazione cinese e una rappresentanza dell’imprenditoria partenopea nei saloni dell’Unione Industriali in piazza dei Martiri. Il presidente del Napoli si è scusato con i cronisti che erano ad attenderli: «Mi dispiace ma oggi non parlo di calcio» . Ha dovuto ripeterlo più volte vista l’insistenza. Prevedeva forse che le domande sarebbero scivolate più sul caso-Gianello che sul fresco consolidamento del rapporto con Mazzari. Immaginava De Laurentiis che ogni suo commento avrebbe potuto generare altro clamore intorno a quella vicenda già di per sé imbarazzante. Ed ha preferito chiudersi in silenzio.
Il patron della Filmauro ci tiene tanto all’immagine, si è battuto molto per tenerla alta in questi anni, mentre la leggerezza di un suo tesserato l’aveva invece scalfita. «Inutile che ci riproviate, stavolta non parlo», ha ribadito il patron nel lasciare l’androne di Palazzo Partanna, scortato dal presidente dell’Unione Industriali, Graziano, e dall’imprenditore Cacace.
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