Lavezzi, Chavez, Campagnaro, Aronica, Calaiò, Amodio, Fideleff, Fernandez, Datolo, Denis e Contini. Se ci fosse in mezzo anche un portiere, sarebbe una discreta squadra di titolari: magari, un po’ troppo sbilanciata in avanti, difficile da mettere in campo con saggezza tattica. Ma di sicuro, una squadra decente. Sono loro gli undici azzurri (quasi tutti ex tranne Calaiò e Fernandez) a finire coinvolti nell’inchiesta della Procura di Napoli per cui è stata richiesta la documentazione relativa ai loro trasferimenti. Per i tifosi azzurri, nessuno di loro ha bisogno di presentazione: in un modo o nell’altro sono rimasti nei loro pensieri. Quelli cattivi (se si pensa agli oggetti misteriosi Chavez e Fideleff) quelli buoni se si pensa a (quasi) tutti gli altri. Il più famoso della «nidiata» di argentini guidata da Alejandro Mazzoni detto Junior è di sicuro il Pocho Lavezzi. Sono due i contratti di Ezequiel, cuore e delizia per i cinque anni trascorsi a Napoli prima di voltare le spalle e andare a Parigi, finiti nel mirino: quello relativo al suo arrivo a Napoli dal San Lorenzo (cartellino pagato poco più di 5,5 milioni di euro) e quello con cui il club di De Laurentiis lo ha ceduto al Paris Saint Germain, lo scorso giugno per 31,6 milioni di euro. Lavezzi è uno di quelli che ha lasciato il segno: 188 presenze con la maglia azzurra e 48 gol lo hanno reso uno degli idoli del San Paolo. Nel cinque anni, tre diversi rinnovi del contratto, il cui ingaggio è lievitato col crescere del suo rendimento. Tanti gli argentini arrivati a Napoli sulle orme di Maradona: Fideleff, Datolo, Fernandez, Denis e Chavez. Tutti trasferimenti che gli investigatori napoletani ritengono sospetti. Come, per l’appunto quello di Cristian Chavez, andata e ritorno col San Lorenzo nel giro di dodici mesi. «El Negro», così lo chiamavano in patria per la carnagione scura, era piccoletto di statura senza né velocità né talento. Aveva giocato nell’Atletico Tucuman, realizzando 11 gol e il San Lorenzo avrebbe voluto trattenerlo per l’Apertura nell’estate del 2011, ma prevalse il Napoli. Operazione da 1,3 milioni di euro. Per due presenze in serie A. Una metà andò al San Lorenzo, l’altra a un gruppo di investitori che detiene la metà del suo cartellino. Guillermo Lorente, il presidente del Newell’s Old Boys, accompagnò di persona Ignacio Fideleff a Napoli nell’ultimo giorno utile per chiudere l’accordo, il 31 agosto del 2011: l’intesa tra i due club venne raggiunta, pagando Ignacio 2,2 milioni di euro. Il difensore firmò un quinquennale. La procura indaga su questo trasferimento. Come anche sul prestito al Parma e ancora su quello dopo al Maccabi di Tel Aviv. A mediare Leo Rodriguez, l’agente che quattro anni prima aveva portato a Napoli German Denis, che poi dopo qualche anno finirà prima all’Udinese e poi all’Atalanta. Il Tanque, ovvero il carrarmato, finisce nelle carte del procedimento solo per il suo passaggio alla società orobica, avvenuto nell’estate di due anni fa. Federico Fernandez arrivò anche lui nell’estate del 2011 proveniente dall’Estudiantes: le indagini vogliono far luce su questo trasferimento, come quello di pochi mesi fa quando, relegato a un ruolo di panchinaro, scelse di andare al Getafe. E anche questo affare insospettisce gli inquirenti partenopei. Un’indagine che arriva fino alla finestra di mercato di gennaio, tanto da tirare in ballo Salvatore Aronica e la sua cessione in prestito gratuito al Palermo. In realtà, anche il passaggio dalla Reggina, nell’estate del 2008, è finito nella lente di ingrandimento. Aronica ha avuto come agente Alessandro Moggi. Anche i vari rapporti col Siena per Emanuele Calaiò, uno dei pochi tra i dieci (l’altro è Fernandez) ancora tesserato per il Napoli sono finiti al centro delle indagini: dalla cessione in comproprietà alla sua cessione a titolo definito. Attenzione, non è stato acquisito il contratto con cui il Napoli, lo scorso 22 gennaio, lo ha ripreso nella sua rosa. Nel mirino anche il passaggio dell’uruguaiano Nicolas Amodio al Portogruaro, Jesus Datolo (dal Boca Junior al Napoli e dal Napoli all’Olimpiacos) e la cessione di Matteo Contini all’Atalanta. La procura ha richiesto la documentazione al Napoli nell’ambito dei procedimenti a carico di Mazzoni, Moggi e Rodriguez. La società, dopo l’intervento al mattino di Nicola Lombardo, capo delle relazioni esterne che ha voluto precisare che «non si è trattato di una perquisizione della sede del Napoli, ma solo di una acquisizione di atti» ha poi scelto la strada del silenzio. Massima serenità da parte dei dirigenti che si ritengono solo spettatori in questa vicenda.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
S.D.
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