L’impresa degli azzurri è da ricordare, perché il girone era molto difficile. Magari la squadra di Mancini vincerà la Premier e poi aprirà un ciclo, ma per il momento lo squadrone degli sceicchi resta fuori
VILA-REAL – Ci sono cattedrali che si costruiscono con i fiammiferi, ci vuole pazienza e dedizione. Il Napoli le ha avute. Così ha battuto 2-0 il Villarreal e conquistato uno storico ottavo di finale di Champions League, 21 anni dopo Maradona, anche se allora si chiamava Coppa dei Campioni. L’impresa è gigantesca, perché questo era il “girone della morte” con Bayern Monaco, meritatamente primo, e Manchester City, meritatamente a casa. Il fallimento dello squadrone degli sceicchi (forse una crasi di “scemi” e “ricchi”) deve far riflettere: magari, il City alla fine vincerà la Premier Legue, magari in futuro inaugurerà un ciclo anche in Champions League; ma per il momento se ne resta fuori, eliminato da un Napoli molto meno sontuoso ma assai più concreto e umile. Proprio la vittoria sugli inglesi al San Paolo, il 22 novembre, è stata la svolta di un girone al altissima difficoltà. Prendendosi quella partita, il Napoli giustifica la qualificazione anche alla luce dell’ottimo pareggio d’esordio a Manchester, del pari con nerbo e cuore in casa contro il Bayern, e delle due vittorie senza discussioni contro gli spagnoli.
Certo, è stata una notte molto difficile per il Napoli, invischiato nell’obbligo di vincere, con le gambe molli all’inizio per la paura e la necessità dell’impresa storica. La notizia del vantaggio del Manchester sul Bayern, verso la fine del primo tempo, ha trasformato la partita degli azzurri in una sorta di psicodramma: da quel punto in avanti, c’era solo l’obbligo di vincere per raggiungere gli ottavi, 21 anni dopo Maradona. Impresa centrata.
Il Napoli è una squadra da contropiede, offre il meglio di sé quando replica alle azioni altrui. E’ così, in fondo, che aveva schiantato il City al San Paolo. Se però gli tocca creare il gioco e menare le danze, a volte va in crisi. Il pallone pareva scottare, tra i piedi dei napoletani, in chiara difficoltà anche quando il cronometro invitava a non disperare, perché finché c’è partita c’è speranza. Partita e speranza che prendono la giusta forma al 65′, quando Inler inventa quel sinistro fulminante, poi è di Hamsik la rete della certezza e della gioia piena.
Avanti, adesso, verso il sorteggio e gli ottavi di finale: chi ha superato un turno del genere non parte battuto contro nessuno. Solo una persona, stavolta, non è stata all’altezza: l’allenatore Mazzarri. Si è fatto cacciare per avere spintonato Nilmar, una scena indegna di un simile palcoscenico. Il primo piano degli occhi di Mazzarri ha mostrato un uomo vittima della tensione, completamente fuori di sé. Senza di lui, il Napoli ha cominciato a ragionare e segnare.
Fonte: Repubblica.it
La Redazione
M.V.
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