Ma fra i due litiganti adesso chi “gode”? Nessuno dei due sicuramente, né tantomeno il terzo. Quest’ultimo sarebbe identificabile nel tifoso, quello che fa l’abbonamento a occhi chiusi, o acquista i ticket per le singole sfide, quello che sfida le intemperie, il traffico, la crisi e i ménage coniugali. Quello che allo stadio s’accomoda spesso su sedili improbabili, quello che deve trattenere l’impellente “bisogno” se trova i servizi igienici intasati o divelti. Insomma, quello che paga (anche caro) lo spettacolo e deve accontentarsi soltanto di quello, senza poter contare su di un’adeguata e doverosa accoglienza. I due litiganti, facile da intuire, in questo frangente (e ora più che mai) sono il Comune e la SSC Napoli.
SCHERMAGLIE – Nuovo giro di querelle nelle ultime ore, dopo le annose dispute su canoni, lavori, ristrutturazioni, dislocazione dell’impianto o rifacimento di quello esistente. Becca e ribecca, le scaramucce ripartono impetuose quando c’è da mettere giù un accordo definitivo, quando soprattutto bisogna mettere mano al portafoglio. La materia prima (leggi money), cioè, ma sembra che nella maggior parte dei casi il principio abbia la precedenza sul bene comune. Quello del tifoso, da tutelare sempre e in prima analisi.
AGIBILITA’ – In principio (ma ancora in auge) era l’adeguamento alle norme dettate dall’Uefa, con il rischio di un Napoli-Dnipro di Euroleague precluso a 13 settori del San Paolo. Via libera del Comune in extremis all’effettuazione dei necessari lavori ad intonaci, varchi d’ingresso e, soltanto per un pelo, si è riusciti ad assistere all’emozionante rimonta degli azzurri. Dell’investimento di 109 mila euro per i lavori se n’è fatto carico il Napoli per evitare lungaggini burocratiche. Subito dopo, l’Uefa ha drizzato di nuovo le orecchie, richiamata dai fumogeni e da intonaci non ancora a posto dopo l’ultima sfida europea. Napoli-Psv prossimo match a rischio porte chiuse? Si saprà prossimamente, quando lo deciderà la Commissione d’Appello Uefa, cui il club s’è rivolto per evitare la squalifica del campo.
QUESTIONE DI CANONE – Ora c’è una nuova disputa da dirimere. Il Comune è entrato a gamba tesa (termine che va molto in questo periodo) sulla faccenda canoni, dopo le scaramucce sul nuovo stadio, tabelloni luminosi e quant’altro. «Il Napoli non paga i canoni previsti per la concessione dello stadio, e non firma i verbali certificanti lo stato dei luoghi. De Laurentiis non rispetta gli accordi» Ecco in sintesi quanto evidenziato in sede di Consiglio Comunale, secondo cui i canoni non liquidati ammonterebbero a 1,6 milioni di euro (calcolo effettuato su una percentuale, il 6,5, che si applica agli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti).
LA SOLUZIONE – La volontà dell’assessore Tommasielli e i suoi, sarebbe quella di chiudere al più presto una transazione relativa alle spettanze. Il Napoli, dal canto suo, non si tira indietro, ma precisa di avere in parte compensato, anticipando le somme di lavori e manutenzioni effettuati nel corso degli ultimi anni. Per il Comune «ciò non sta» , ma il Napoli la pensa diversamente: «Tale compensazione è prevista dalla convenzione stessa» ha precisato su Radio Marte l’Head of Operations Alessandro Formisano «Il Comune ha proposto un documento di definizione della conciliazione, da noi sottoscritto. La formalizzazione di tale documento è necessaria per l’emissione degli atti contabili indispensabili ai pagamenti. Noi abbiamo aderito alla proposta di transazione un mese fa, ma non abbiamo ancora ottenuto risposta».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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